Spia con le telecamere la vicina di casa e la molesta. Lei: «Costretta a cambiare casa»

A processo per stalking un cinquantenne di Porto Mantovano che si era invaghito di una donna nonostante i suoi rifiuti
Il tribunale di Mantova
Il tribunale di Mantova
Il tribunale di Mantova
Il tribunale di Mantova

Si era perdutamente innamorato della vicina e per spiarla aveva installato delle telecamere direzionate verso le sue finestre e l’ingresso di casa.

Ma il suo era un amore malato, per nulla corrisposto, sia perché la donna spiata era già felicemente sposata sia perché non gli aveva mai dato motivo di credere di avere un interesse per lui.

Codice rosso

Alla fine le sue morbose attenzioni, fatte di continui pedinamenti, tentativi di approccio e addirittura minacce, sono diventate un reato: stalking con attivazione del codice rosso.

Un cinquantenne di Porto Mantovano è finito a processo con l’accusa di atti persecutori nei confronti della donna, un’impiegata 40enne.

Secondo il racconto reso nel corso delle precedenti udienze nell’aula del tribunale di Mantova quelle morbose attenzioni avevano reso la vita impossibile alla donna, vittima di continue avances a carattere sessuale.

Anche minacciata

Ma il continuo rifiuto aveva scatenato l’aggressività dell’uomo che ad un certo punto aveva anche minacciato la vicina di casa di raccontare al marito di presunti tradimenti.

Un’invenzione per ricattarla e indurla a cedere. Ma lei non ha reagito ed è passata al contrattacco.

L’investigatore privato

Per raccogliere le prove contro il molestatore, la famiglia della 40enne aveva reclutato un investigatore privato che durante le indagini aveva scoperto la presenza delle telecamere puntate verso l’abitazione della donna.

Gli atti persecutori, secondo il capo d’accusa, sarebbero andati avanti per lungo tempo, dal gennaio del 2019 al novembre del 2020. Le molestie si sarebbero concretizzate con continui pedinamenti e appostamenti e attraverso la persistente osservazione di ogni movimento della donna in ogni luogo da lei frequentato. Ad un certo la vittima, stremata e colta da ansia e paure, si è rivolta alle forze dell’ordine per la querela. E ha dovuto cambiare casa.

L’imputato è ammalato

In aula era previsto l’esame dell’imputato ma tre ore prima dell’udienza è arrivato il certificato medico del presunto molestatore con la comunicazione di impedimento a presenziare per motivi di salute. La parte offesa, seduta a fianco del suo avvocato, Beatrice Lombardo, era pronta per testimoniare. Ma il processo è stato rinviato al 21 maggio per sentire l’imputato.

Roberto Bo

Suggerimenti