Cinque imprenditori mantovani arrestati, la Finanza sequestra 10 milioni di euro di beni

Coinvolte nove persone del settore tessile. Sui cinque colpiti dalle misure cautelari pendeva già l’impedimento a portare avanti attività aggirato con dei prestanome

Cinque imprenditori mantovani del tessile arrestati e dieci milioni di euro di beni sequestrati. È il bilancio del provvedimento del Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Mantova. A portare a termine l’operazione sono stati i militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria del comando provinciale della Guardia di finanza lunedì 6 maggio. La richiesta è arrivata dalla Procura dopo le indagini di polizia giudiziaria ed economico-finanziarie delle Fiamme gialle mantovane

Il sequestro patrimoniale ha riguardato beni immobili, beni mobili e disponibilità finanziarie, riconducibili ai cinque imprenditori.

La frode fiscale e i prestanome

Le indagini hanno scoperchiato una frode fiscale, con «sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, fittizie intestazioni, bancarotta, trasferimento fraudolento di beni e disponibilità finanziarie» si legge nel comunicato della Guardia di finanza. La frode secondo la Finanza sarebbe stata portata avanti da nove soggetti, associati tra loro e con ruoli ben definiti.

I militari hanno portato avanti le loro ricerche basandosi su indagini finanziarie, escussioni a sommarie informazioni, analisi degli atti relativi ai negozi giuridici posti in essere, sopralluoghi, appostamenti, ecc... e grazie a questo sono riusciti ad appurare, che alcune persone, «peraltro con inabilitazione all’esercizio di impresa commerciale ed incapacità ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa – si legge ancora nel comunicato – hanno, di fatto, continuato ad amministrare delle società, attribuendo fittiziamente a terzi, la titolarità delle quote, al fine di sottrarsi fraudolentemente al pagamento delle imposte nonché eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali».

La Finanza ha dunque ricostruito l’intera filiera, i relativi rapporti finanziari e i capitali movimentati in modo illecito.

L’azione delle Fiamme gialle

L’azione ribadisce l’impegno quotidiano della Guardia di finanza, in sinergia con l’autorità giudiziaria per contrastare i reati di frode fiscale, per intercettare e reprimere ogni forma di inquinamento dell’economia legale.

«Simili sistemi di frode, infatti, pregiudicano gli equilibri economici e finanziari del Paese, essendo orientati alla riduzione illegale dei costi di “struttura”, sia fiscali, sia organizzativi, per massimizzare i profitti ed ottenere vantaggi competitivi impropri, anche con condotte di bancarotta – dichiara la Finanza – Contrastare simili forme di evasione, fiscali e contributive ovvero fattispecie di trasferimento fraudolento di valori e di bancarotta, vuol dire orientare le prospettive di ripresa e di rilancio dell’economia».

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