Apre la mostra di Georg Baselitz a Sabbioneta

L’esposizione nella Galleria degli Antichi di Palazzo Giardino è curata da Mario Codognato e sarà visitabile fino al prossimo 24 novembre

“L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni”, ha scritto Pablo Picasso. Lo ha ricordato Ezio Zani, direttore della Fondazione Sabbioneta Heritage alla presentazione della mostra “Georg Baselitz | Belle Haleine”, a cura di Mario Codognato, visitabile dal 27 aprile al 24 novembre nella Galleria degli Antichi di Palazzo Giardino a Sabbioneta.

Varcare la soglia

E accade proprio così, al visitatore, quando varca la soglia ed entra in questo spazio, già incantevole di suo, quasi cento metri di lunghezza, in cui sono collocate oltre venti maestose opere di uno dei grandi artisti contemporanei di fama internazionale quale è Georg Baselitz.

In un dialogo armonico con l’architettura e le decorazioni rinascimentali delle pareti, grazie al ritmo cadenzato e alla luce naturale che entra delle finestre, sfalsate rispetto ai pannelli, le opere, materiche, con il segno forte del neo espressionismo di Baselitz, parlano al cuore, emozionano.

Padrone delle tecniche tradizionali, di incisione, pittura e scultura, Baselitz le ammaestra, le forgia per piegarle al suo pensiero di uomo del Novecento.

Il percorso artistico

A Sabbioneta sono esposte alcune delle opere più significative del suo percorso artistico. Forte è la connessione che lo lega a Marcel Duchamp, già a partire dal titolo, riferimento diretto all’opera omonima “Belle Haleine, Eau de Voilette”, ovvero, bel respiro, acqua di velo, realizzata da Duchamp con Man Ray nel 1920.

Insieme a sculture mastodontiche e grandi dipinti su tela, sono esposte dopo vent’anni dall’ultima volta dieci incisioni, linoleografie stampate a mano di grandi dimensioni, ognuna di oltre due metri di altezza, che raffigurano scene tratte da litografie erotiche del XIX secolo, in cui compaiono coppie amoreggianti solo parzialmente vestite.

L’effetto-bianco

L’impatto è forte, lo sguardo si fissa e si notano all’istante anche gli evidenti buchi bianchi. C’è una spiegazione, una bella storia piena di ironia.

Queste opere furono esposte da Baselitz per la prima volta nel 1963, durante la sua prima mostra personale a Berlino Ovest. Oggi queste scene erotiche e allusioni sessuali non provocano più alcuno shock emotivo ma, in quell'occasione, due di queste furono sequestrate perché tacciate di oscenità e immoralità. Altri tempi.

Pudenda

La successiva aggiunta di buchi bianchi a coprire i genitali di ogni coppia di amanti può essere così interpretata come un atto di autocensura, ma sarebbe una spiegazione solo parziale, e, ancora alludendo a Duchamp, scrive “un buco nel quadro permette all’immaginazione di girare intorno, come il buco in un disco, attorno al quale suona la musica”.

Le incisioni sono state realizzate su linoleum, un materiale malleabile che ha permesso a Baselitz di lavorare con una certa facilità anche su scala monumentale, con uno sguardo anche alle antiche tecniche cinesi per quanto riguarda l’uso dello spazio negativo, la leggerezza della linea di taglio e l’eleganza dei tratti ripetuti, brevi e dinamici.

Una visita?

C’è la speranza che Baselitz possa vedere di persona la mostra di Sabbioneta, se le condizioni di salute glielo permetteranno. Nato nel 1938 in Sassonia, in seguito Germania Est, studia pittura all’Accademia d’Arte di Berlino Est, da cui viene espulso nel 1956 per “immaturità politica”, per non essersi conformato agli standard artistici della Repubblica Democratica-DDR.

Si iscrive quindi all’Accademia di Berlino Ovest e termina gli studi nel 1962. A metà degli anni Sessanta, compone una serie di dipinti raffiguranti figure maschili monumentali, la serie degli Eroi (“Helden”), influenzato dalle stampe manieriste italiane.

Immagini capovolte

Qualche anno dopo Baselitz introduce quello che è divenuto il suo tratto distintivo, le immagini capovolte, che induce lo sguardo dello spettatore a resistere a un’interpretazione descrittiva dell’opera e stimolarlo a concentrarsi sul segno, il vero soggetto. Partecipa alla Biennale di Venezia del 1980 e a Documenta del 1983. Lo scorso anno, per i suoi 85 anni, è stato celebrato con mostre in tutta Europa e negli Stati Uniti.

Info

La mostra è visitabile da martedì a domenica dalle 10 alle 19, l’ultimo ingresso è un’ora prima della chiusura. Il costo del biglietto intero è di 10 euro, 7 il ridotto, 3 per le scolaresche e fino ai 12 anni di età, il ticket famiglia è di 23. Il biglietto unico per visitare tutti i musei, i monumenti di Sabbioneta oltre alla mostra costa 18 euro. È consigliabile la prenotazione tramite l’app Visit Sabbioneta.

Paola Cortese

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