Morto Oskar Tänzer, ebreo salvato da don Mazzolari

Domenica la cerimonia di addio al cimitero ebraico di Milano. Era cittadino onorario di Bozzolo, presente il sindaco Giuseppe Torchio

Testimone delle persecuzioni antiebraiche in Italia di cui parlò anche a tanti studenti del posto se ne è andato il 97enne Oskar Tänzer, salvato da Mazzolari nel 1943, insignito della cittadinanza onoraria di Bozzolo assieme a Leone Benyakar altro ebreo che deve all’allora parroco di Bozzolo la propria sopravvivenza. Lascia la moglie Maria, i figli Denise e Benny. I funerali si svolgeranno domenica 28 aprile alle ore 10,30 al cimitero ebraico di Milano.

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Il Comune di Bozzolo sarà presente con il Gonfalone, accompagnato dal sindaco Giuseppe Torchio che aveva frequentato assiduamente Tänzer e la sua casa di Dovera nel cremonese vicino al confine lodigiano da quanto pure Tänzer si era di nuovo innamorato di Bozzolo, dopo un viaggio nella memoria una decina di anni fa per far vedere ad un nipote dove si era rifugiato più di 70 anni prima. Lo ricordano con parole commosse il sindaco Torchio, la Parrocchia, la Fondazione Mazzolari, l’Istituto Comprensivo che lo avevano conosciuto direttamente.

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Oskar Tänzer, classe 1926 originario della Saar, nel 1936 si era trasferito con la famiglia a Milano per sfuggire alle persecuzioni naziste. Non sentendosi più al sicuro nel 1943, i Tänzer fuggono a Bozzolo trovando in Mazzolari un sicuro riparo dove il sacerdote, il podestà Giovanni Rosa e il maresciallo dei carabinieri Antonio Sartori si spalleggiano a vicenda per portare fuori indenni i bozzolesi dalla guerra e cambiano il cognome dei Tänzer.

A Bozzolo Oskar riassapora per alcuni mesi il calore della famiglia coi genitori e il fratello. La sera del 20 ottobre 1943 il sacerdote bussa alla porta della sua casa all’attuale civico 73 di via Matteotti a Bozzolo col podestà del tempo Giovanni Rosa e col maresciallo dei carabinieri. Gli comunicò l’ordine pervenuto al comune e ai carabinieri di trasmettere a Mantova la presenza di eventuali ebrei e il timore che ci fosse qualche delazione. Una famiglia “sicura” era pronta ad ospitarli in una cascina fuori dall’abitato, ma i Tänzer preferirono di nuovo fuggire e raggiusero fortunosamente la Svizzera.

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Tänzer ha parlato ripetutamente del debito di riconoscenza della sua famiglia a Mazzolari e del suo impegno in Israele per farlo riconoscere giusto fra le nazioni. Sulla vicenda è stato girato anche un docufilm trasmesso da Rai Storia e proiettato anche davanti alla Chiesa parrocchiale «Una piccola inestimabile memoria. La storia di Oskar Tänzer, salvato da don Primo Mazzolari. Documentario di Giovanni Paolo Fontana. Regia di Fedora Sasso». Memorabile anche quando la comunità ebraica festeggiò la cittadinanza onoraria in sala civica con canti e balli tradizionali. 

Attilio Pedretti

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