La testimonianza

Nube tossica a scuola, il racconto dell’insegnante: «Ho visto i miei ragazzi spaventati»

Testimone il docente Massimo Motta di Suzzara: «Impressionante il viavai di barelle con l’ossigeno»

 I ragazzi spaventati, le barelle, l’aria irrespirabile. Testimone oculare di quanto avvenuto Massimo Motta, insegnante suzzarese che lavora all’istituto Carrara. «Io sono arrivato subito dopo l’episodio, quando i ragazzi erano già fuori dalle due scuole - dice - Sono rimasto impressionato dallo spiegamento di ambulanze, dal via vai di barelle cariche di bombole d’ossigeno e dalla concitazione di infermieri e medici. Ho visto molti ragazzi spaventati che, insieme con altri colleghi insegnanti, abbiamo cercato di tranquillizzare».

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Motta racconta che si era creato, in uno spiazzo tra le due scuole, una vera e propria area d’emergenza, con i sanitari che aiutavano gli studenti a mettere le mascherine per l’ossigeno. «Ho visto anche una ragazza sdraiata a terra assistita dagli infermieri. Come docenti ci siamo preoccupati, insieme al dirigente scolastico, Gianluca Verrucci, a interpellare il coordinamento dell’istituto per avvisare i genitori di quanto avvenuto». Anche la dirigente dell’istituto “Russell”, Barbara Fava, si è prodigata, con il coordinamento scolastico, ad avvisare i genitori dei ragazzi.

Dei quaranta ragazzi che sono arrivati al triage del pronto soccorso dell’ospedale di Guastalla pare non ci siano mantovani. Questo nonostante sia l’istituto superiore “Bertrand Russell” sia l’istituto professionale “Mario Carrrara” di via Sacco e Vanzetti sia frequentato da studenti suzzaresi e viadanesi.

Il docente suzzarese dell'istituto di Guastalla, Massimo Carrara
Il docente suzzarese dell'istituto di Guastalla, Massimo Carrara

Altri giovani che manifestavano fastidi alla gola e bruciore agli occhi sono stati dirottati negli ospedali di Montecchio e Reggio Emilia. Il paziente più grave è uno studente di Bagnolo in Piano (Re) che è stato ricoverato a Reggio Emilia in codice rosso. C’è chi è stato curato sul posto e chi, invece, è stato accompagnato dai familiari all’ospedale in via precauzionale. Nel primo pomeriggio, però, sono stati tutti dimessi.

In molti casi, più che l’intossicazione a far star male molti ragazzi sono state le crisi di panico. Paura per l’invasione del gas, del quale inizialmente non si conosceva la provenienza. Un gas che, dopo aver reso l’aria irrespirabile nel parcheggio delle scuole, si è infilato tra le aule e i corridoi, alimentando la paura. M.P.

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