Dal 2003 a Mantova smog ridotto del 40%, ma non basta: l’Europa vuole di più

Il Comune: «Faremo di tutto per ridurre ancora le emissioni ma per i risultati servono politiche di bacino e accordi tra regioni»

Lotta allo smog. Lo ha dichiarato il parlamento europeo con i nuovi limiti imposti alle sostanze più pericolose che inquinano l’aria, e cioè micropolveri e biossido di azoto. Entro il 2030 tutti i paesi membri dell’Unione Europea dovranno ridurre della metà la concentrazione di questi inquinanti. Missione impossibile: lo hanno già detto i sindaci della pianura padana, tra cui il mantovano Mattia Palazzi, che di recente hanno firmato un patto per azioni comuni in grado di abbassare la concentrazione di sostanze inquinanti nell’aria (più piante, sostituzione delle caldaie comunali a gasolio e riduzione del traffico). Gli stessi sindaci hanno anche chiesto risorse, sia allo Stato che alle Regioni e all’Europa. Per l’assessore all’ambiente Andrea Murari «i risultati potranno essere raggiunti solo con politiche di bacino governate da accordi tra le regioni del nord». E assicura: «Faremo la nostra parte per ridurre il più possibile le emissioni».

Limiti più bassi

La concentrazione media annua di pm10 dovrà passare da 40 a 20 microgrammi per metro cubo d’aria, mentre quella giornaliera dovrà scendere del 10%, dagli attuali 50 microgrammi a 45. Anche il biossido d’azoto dovrà essere dimezzato mentre il particolato sottile, il pm2,5, addirittura dovrà passare da 25 microgrammi a 10 di media all’anno. Anche i giorni di supero del pm10 scenderanno dai 35 attuali a 18. Una vera e propria stretta che difficilmente potrà essere tradotta in realtà entro il 2030 (gli Stati membri, però, hanno la possibilità di chiedere una proroga di altri dieci anni). I modelli di Regione Lombardia volti alla riduzione dello smog mettono in evidenza come al massimo entro il 2030 si riuscirà a tagliare il 10% dell’inquinamento, ovvero la percentuale applicata dall’Ue per ridurre la concentrazione giornaliera di pm10. Se si volesse raggiungere l’obiettivo del 50% si dovrebbero prendere misure molto drastiche: l’eliminazione del 75% dei veicoli circolanti, degli impianti di riscaldamento alimentati a metano e delle industrie, e andrebbe chiuso il 60% degli allevamenti. Impensabile.

E Mantova? Lo smog qui è un problema, ma vari interventi del Comune hanno fatto sì che nel corso degli anni l’aria diventasse più pulita. I dati di Arpa parlano chiaro. I giorni in cui si è superata la soglia dei 50 microgrammi sono passati dai 188 del 2003 alla centralina di via Ariosto ai 62 dell’anno scorso; la centralina di piazzale Gramsci, nel 2005 quando è iniziata la misurazione, aveva registrato 108 giorni di supero, scesi a 48 l’anno scorso. Così anche alla centralina di Sant’Agnese: gli 89 giorni del 2005 sono calati ai 41 del 2023.

Smog in calo

La media annuale di pm10 nell’aria, dal 2003 all’anno scorso, è scesa del 40% in via Ariosto (da 55 microgrammi a 33), del 46% in piazzale Gramsci (da 52 a 28 microgrammi) e del 37% (da 45 a 28 microgrammi) in Sant’Agnese. Resta ancora da fare molto perché lo smog non va in vacanza. Dall’inizio dell’anno, nonostante il maltempo di fine marzo e di aprile, i giorni di supero della soglia giornaliera dei 50 microgrammi di pm10, aggiornati al 25 aprile, sono già tanti: 33 in piazzale Gramsci, 28 in via Ariosto e 32 in Sant’Agnese. La nuova direttiva europea prevede più punti di rilevazione nelle città per fornire più dati possibili, e credibili, al pubblico. Prevista anche la possibilità per le persone colpite dall’inquinamento atmosferico di rivolgersi ai tribunali per chiedere un risarcimento.

Sandro Mortari

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