Scuola d’estate, il piano non sfonda negli istituti mantovani

di Nicola Corradini
I presidi: «Buoni gli obiettivi del progetto ministeriale, ma per attivare i corsi ci sono troppe complicazioni burocratiche». Per molte famiglie con figli alle primarie o alle medie sarebbe un servizio utile. A frenare le scuole anche l’avvio di altri progetti e la carenza di personale amministrativo

L’obiettivo è condiviso da tutti: attivare nelle scuole corsi estivi dedicati allo sport, alla musica o al teatro oppure al potenziamento delle conoscenze o al recupero delle lacune mostrate durante l’anno scolastico. Il ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, lo ha chiamato Piano Estate allegandoci un finanziamento di 400 milioni di euro. Il problema è che pochi istituti nel Mantovano sembrano essere nelle condizioni di elaborare e candidare dei progetti in tempo utile, vale a dire il 24 maggio.

Complicazioni

La proposta è estesa a tutte le scuole, ma è evidente che sono soprattutto gli istituti comprensivi (elementari e medie) ad avere un’utenza potenzialmente interessata ad attività nei mesi estivi. Ci sono famiglie che hanno la necessità di affidare i figli piccoli ad anno scolastico terminato: non tutti hanno nonni o parenti disponibili e non tutti possono permettersi di pagare i Cred estivi.

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«Un fabbisogno che conosciamo tanto che negli anni del dopo Covid abbiamo attivato diverse offerte estive - commenta Sandra Sogliani, preside del comprensivo di Dosolo e Viadana e referente di uno dei due ambiti scolastici provinciali - ma purtroppo non riusciremo a partecipare al piano estivo del ministero. L’adesione prevede l’elaborazione di progetti in collaborazione con altri enti o associazioni ed è necessario spendere almeno il 40% dell’eventuale finanziamento entro il prossimo dicembre. Temo che diversi istituti rinunceranno, mancano i tempi. Inoltre il personale amministrativo, di cui c’è carenza in tutti gli istituti, è impegnato nell’elaborazione delle pratiche per fondi stanziati con bandi ministeriali ed europei per la formazione e dei docenti o per progetti anti-dispersione scolastica rivolti agli alunni. Proprio ieri il consiglio d’istituto del mio comprensivo ha dovuto prendere atto che non ci sono le condizioni per aderire. Ed è un peccato». E aggiunge: «Non sono nemmeno chiari i tempi in cui arriverebbero i fondi. Metà giugno? O più tardi?».

Altre iniziative

Allargando il giro ad altre scuole, si scopre che dopo l’ultima campanella le iniziative non mancano. Anche se certo non coprono tutta l’estate e sono concentrate soprattutto sul recupero delle materie da presentare a settembre per ragazze ragazzi delle superiori. «Noi - dice la dirigente del comprensivo Mantova 3, Francesca Iannetti - proponiamo corsi di lingua finanziati con il Pnrr e di materie scientifiche con educatori esterni». Il comprensivo Castiglione 1 non farà attività estive («Ma stiamo proponendo quelli contro la dispersione» precisa il preside Mario Colletti), mentre quello di Marmirolo deciderà a giorni. «Stiamo monitorando l’interesse delle famiglie» dice il preside Massimo Pantiglioni.

Alle superiori il piano trova un altro tipo di ostacolo: sono gli stessi studenti ad essere poco propensi a frequentare le scuole anche nel periodo estivo. Sono adolescenti e hanno altre esigenze.

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