In ansia gli iraniani di Mantova: «Temiamo per il destino del mondo»

Oscilla tra lo smarrimento e il pragmatismo, l’umore degli iraniani che osservano il Medio Oriente dal nostro spicchio di pianura, dove abitano da anni. Così lontani, così vicini. C’è che si confessa emotivamente disarmato e chi invita alla calma, perché i missili tra Iran e Israele «rispondono a strategie interne e non porteranno ad alcuna guerra». La richiesta che li accomuna è quella dell’anonimato, per il pudore della propria traiettoria personale e per la sicurezza degli affetti rimasti in Iran. Sarà pure scenografia, ma con gli ayatollah c’è poco da scherzare.

Inimmaginabile

«Non avrei mai immaginato una situazione del genere» confessa, in un italiano tondo, una mediatrice culturale che qui ha trascorso più anni di quanti ne abbia vissuti a Teheran. È arrivata con la famiglia pochi giorni prima della rivoluzione islamica, con la prospettiva di tornare presto indietro, e non è mai più ripartita. (...)

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