I droni scoprono un discarica abusiva nell’ex area industriale di Marmirolo

di Rachele Turina
Nuovo Action-Day per la sicurezza ambientale con direttiva del Prefetto. Almeno tre i responsabili

Sacchi di immondizia, cumuli di carta e materassi, residui di filtri di motori e olii esausti. Sono alcuni dei rifiuti - in parte infiammabili e potenzialmente tossici - trovati giovedì scorso nel corso dell’Action Day per la sicurezza ambientale nell’ex area industriale di Co.ma.pre, azienda di Pozzolo sul Mincio fallita nel 1997, trasformata negli anni in una discarica abusiva a cielo aperto di oltre 40mila metri quadrati. In uno degli edifici abbandonati vivevano cinque stranieri, sui quali sono state avviate delle indagini per accertare eventuali impieghi irregolari di manodopera.

Leggi anche
Discarica di eternit all’ex cava a Marmirolo: la Regione dà l’avvio all’iter

L’operazione di vigilanza ambientale, programmata nell’ambito della Cabina di Regia della Prefettura, è stata condotta da una squadra di sedici operatori, tra carabinieri forestali, polizia provinciale e tecnici di Arpa.

I sopralluoghi

Gli agenti hanno perlustrato l’area con il supporto tecnologico dei droni della polizia locale dell’“Unione Colli Mantovani”, che hanno sorvolato la zona. Durante l’ispezione sono stati rinvenuti, oltre alla comune spazzatura urbana, rifiuti speciali provenienti da bar, officine meccaniche e carrozzerie. Alcuni degli scarti sono stati classificati come pericolosi per la presenza di olii esausti e sostanze potenzialmente tossiche, a contatto con materiali infiammabili come carta e filtri di motori. Scatteranno le denunce per almeno tre persone, già individuate come responsabili e per le quali in passato erano state emesse dall’amministrazione comunale di Marmirolo delle ordinanze di rimozione dei rifiuti, puntualmente cadute nel vuoto.

Leggi anche
Operazione contro i reati ambientali: nella rete cade un’azienda dell’Alto Mantovano

L’ex stabilimento industriale infatti non è nuovo alle istituzioni. Negli anni sono stati segnalati scarichi illeciti di rifiuti e bivacchi notturni negli edifici (per giunta, dai tetti in eternit), che oggi sono in carico a un curatore fallimentare napoletano finora irraggiungibile.

Occupanti abusivi

Nel corso delle verifiche è stato anche scoperto che all’interno dello stabilimento, dismesso dagli anni ’90, vivevano senza titolo cinque stranieri. Due di loro risultano muniti di regolare permesso di soggiorno, mentre gli altri tre presentano lo status di richiedenti protezione internazionale. Agli occupanti abusivi è stato intimato di lasciare la struttura, mentre gli operatori della guardia di finanza hanno avviato gli approfondimenti per accertare eventuali impieghi irregolari di manodopera.

Leggi anche
L’allarme di Ats di Mantova al convegno: «Tumori da amianto in aumento»

L’attività, conclusa con successo, non è destinata a rimanere un caso isolato. Il prefetto di Mantova Gerlando Iorio, ha espresso soddisfazione per i risultati dell’operazione, annunciando che il modulo operativo attuato nell’Alto Mantovano verrà riproposto anche in altre aree dell’hinterland.

Suggerimenti