Caro-carburanti, raggiunto nuovo picco anche a Mantova: ecco i prezzi

Quasi impossibile trovare un impianto dove la benzina costi meno di 2 euro al litro: «Troppa richiesta e poco petrolio»

Di questo passo, converrà lasciare l’auto in garage. Un’altra volta ancora. Torna a salire il prezzo della benzina, che ieri (lunedì 15 aprile) ha toccato il livello massimo degli ultimi sei mesi: quasi impossibile trovare un distributore dove un litro di verde (servito) costi meno di 2 euro. Anche a Mantova. Mentre il mondo è percorso da tensioni e fratture che non promettono nulla di buono. Così la geopolitica incrocia gli affanni quotidiani di chi fatica a far quadrare i conti, sotto l’assedio di rincari multipli. La geopolitica e la speculazione di un settore che risente dei capricci altrui. «Andrà sempre peggio - prevede, amara, la referente provinciale di Figisc Confcommercio, Franca Frasson - aspettiamoci un’estate di fuoco».

L’altalena dei prezzi

Come siamo messi a Mantova, lo documenta l’Osservatorio carburanti del ministero delle imprese e del made in Italy: per la benzina, la forbice si apre tra 1,869 e 1,934 euro al litro in modalità self, e tra 1,897 e 2,144 euro se si viene serviti. Escludendo i carburanti Blue di Eni, che sfiorano i 2,3 euro al litro per la benzina servita.

DISTRIBUTORI-MANTOVA

Per il gasolio, in lieve flessione rispetto ai giorni precedenti, i prezzi variano da 1,748 a 1,839 euro al litro (self) e da 1,776 a 2,039 euro (servito). Escludendo sempre i carburanti Eni di fascia alta. Tutti i prezzi sono riportati nella tabella a fianco, al netto di variazioni ulteriori.

Il futuro prossimo

Certo, i venti di guerra che soffiano sul, e dal, Medio Oriente non aiutano ma al momento non sarebbero la causa dell’impennata dei prezzi. «Il governo darà la colpa dei rincari attuali ai conflitti in atto nel mondo, ma noi sappiamo che non è così - avverte Frasson - il fatto è che la richiesta è molto alta, per far fronte alla domanda di benzina si dovrebbero estrarre cento milioni di barili al giorno, ma l’Opec (l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, ndr) ha posto il limite a ottantatré milioni».

Ad aggravare la situazione, la dipendenza dell’Italia anche per i prodotti finiti: «Fino a quindici anni fa si raffinava pure qui da noi, adesso non più, quindi non riusciamo a incidere sui prezzi». Prezzi che, ribadisce la referente provinciale di Figisc, sono imposti dalle società petrolifere. Tradotto: è inutile prendersela con i gestori.

La tagliola delle accise

L’Italia ha anche un’altra magagna da scontare: per ogni lito di benzina acquistato, più di un euro se ne va in tasse, pari al 56,4% del prezzo pagato al distributore. La stima è del Centro di formazione e ricerca sui consumi, che rileva: «Nel nostro paese, su ogni litro di carburante si pagano tra i 12 e i 14 centesimi di euro in più rispetto al resto dell’Europa». Così, a ogni rincaro, lo Stato aumenta gli incassi, ma deprime i consumi. Sicuri che conviene? 

Igor Cipollina

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