Stalker per gelosia: condannato a 9 mesi trentenne di Dosolo

Perseguitava il nuovo ragazzo dell’ex fidanzata: «Volevo riallacciare la nostra relazione»
20230329 / via poma  / Mantova / Foto tribunale,  - Photo Nicola Saccani
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Condannato a nove mesi (pena sospesa) l’ex che, incapace di elaborare la fine della relazione, si era accanito contro il nuovo affetto della fidanzata di un tempo. Atti persecutori, secondo la definizione del codice penale, per manifestare tutta la propria ostilità: pedinamenti, appostamenti fuori dal negozio della mamma della vittima e accanimento sulla sua auto.

Lo stalker è un trentenne di Dosolo, il perseguitato un ventinovenne di Viadana, “colpevole” secondo il pensiero distorto del suo persecutore, di avergli usurpato il posto accanto alla ragazza, residente in un paese della Bassa Reggiana.

Posto che l’ex fidanzato riteneva gli spettasse di diritto, nonostante la storia d’amore si fosse sfilacciata fino a spegnersi. Ognuno per la propria strada, dopo quattro anni di sentimento e progetti condivisi. Capita. Eppure - come l’uomo aveva scandito in aula, davanti al giudice Gilberto Casari - voleva «tenere ancora la porta aperta per riallacciare la relazione». Tipico di chi non si rassegna.

Peccato che, quella porta, la giovane l’avesse invece chiusa, riprendendosi i suoi spazi e tornando a declinare la sua vita al singolare. Finché non aveva incontrato un’altra persona che l’aveva fatta sentire speciale, e l’“io” era diventato ancora “noi”.

Con l’innesco della gelosia era esploso il lato violento dell’ex, che aveva travolto il ventinovenne di Viadana, costringendolo a cambiare abitudini e guardarsi alle spalle.

Il solito campionario di ansie e tremori di chi è oggetto di appostamenti e pedinamenti. Un stato costante di allarme, con la paura che la persecuzione possa sbavare in aggressione fisica.

Adesso il trentenne di Dosolo dovrà anche risarcire la vittima e sua madre per i danni psicologici che ha causato loro.

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