Scontro sulla Garzaia di Pomponesco: «Riserva o giardino pubblico?»

Il Gruppo naturalistico mantovano critica una gestione considerata «troppo drastica»
<p>Un picchio rosso</p>
<p>Un picchio rosso</p>
<p>Un picchio rosso</p>
<p>Un picchio rosso</p>

Il Comune di Pomponesco ha vietato l’accesso per cinque settimane alla riserva naturale Garzaia. La misura è finalizzata a salvaguardare la pubblica incolumità in occasione dei programmati interventi di manutenzione del verde e di messa in sicurezza dei sentieri (compreso quello di accesso al grande gelso). Entrato in vigore nello scorso fine settimana, il divieto resterà valido sino al 25 febbraio: in questo lasso di tempo, potranno accedere all’area solo gli addetti delle ditte incaricate.

Il dibattito

Sulle modalità di svolgimento dei lavori, si è intanto acceso un dibattito: il Gruppo naturalistico mantovano (Gnm) chiede infatti che venga preservato l’habitat di alcune specie. L’ente Parco del Mincio, che ha autorizzato la manutenzione, assicura peraltro che saranno tutelate le caratteristiche della riserva.

La discussione verte sugli interventi di abbattimento e rimozione del legno morto - ovvero degli alberi non più vitali, ancora in piedi o già schiantati – necessari per garantire la sicurezza dei visitatori.

Habitat raro

Come evidenzia il Gnm, il saliceto maturo della Garzaia costituisce una delle pochissime aree del Mantovano in cui nidificano il picchio rosso minore (Dryobates minor) e il rampichino comune (Certhia brachydactyla).

Specie che necessitano di un habitat particolare: il becco del picchio minore è in grado di perforare solo il legno morbido di piante vetuste e morte, mentre il rampichino nidifica nelle cavità e sotto le cortecce rialzate di vecchi alberi.

Come sottolinea il Gnm, «anche lo scricciolo, che costruisce il nido nel groviglio di tronchi marcescenti, e il raro nibbio bruno, legato a strutture forestali fitte e mature, sono minacciati da gestioni forestali troppo drastiche. A una riserva non si possono applicare gli stessi criteri di pulizia e sicurezza validi per un giardino pubblico».

«Le prescrizioni rilasciate dal Parco – replica lo stesso – prevedono esclusivamente il taglio dei soggetti arborei potenzialmente pericolosi, in particolare in prossimità dei sentieri. Saranno mantenuti gli alberi morti che, nei 10 metri basali, presentano cavità utilizzabili dalla fauna, e comunque almeno un soggetto morto in piedi ogni mille metri quadri. Verrà infine assicurato un rilascio di legno morto a terra non inferiore ai 15 metri cubi per ettaro».

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