Rimpalli e stallo sui dragaggi: così le Valli del Mincio stanno morendo

di Enrico Comaschi
I canali delle Grazie non sono più navigabili e il terreno rischia di salire ancora, soffocando l’ecosistema. L’Aipo interviene solo per necessità di navigazione, il Parco solo per tutelare la biodiversità: nessuno fa il primo passo

Le Valli del Mincio sono allo stremo delle forze. Le fotografie dall’alto raccontano in maniera impietosa la situazione di questo paradiso della biodiversità gravemente malato: di fronte alle Grazie l’acqua sta perdendo la battaglia contro la terra che si alza. Presto i canali che rappresentavano non solo la tipicità della zona, ma anche uno strumento per i tanti lavori di palude un tempo e di navigazione turistica ora, non ci saranno più. Già ora non sono più percorribili in barca, in breve non saranno nemmeno più abitabili per piante e uccelli acquatici. Perché nessuno draga i fondali.

Ma l’acqua c’è

Eppure quest’anno di acqua ce n’è dappertutto, tanta, grazie a un inverno e una primavera favorevoli. Basta guardare quanto è gonfio il diversivo: e a Pozzolo nello scaricatore vengono riversati circa venti metri cubi al secondo. Quindi? Quindi Mantova (non è un problema soltanto della frazione di Grazie) rischia di perdere per sempre un patrimonio ambientale inestimabile per un rimpallo di responsabilità tra il Parco del Mincio e l’Aipo e viceversa.

I canali del Mincio a Grazie gonfi d'acqua visti dal drone

Le segnalazioni della situazione alle Grazie è arrivata da tanti pescatori, dal comitato “Lago vivo” e da appassionati delle paludi che da anni frequentano questa zona umida che ha caratteristiche uniche in Italia e non solo. Il dato di fatto è che nessuno pulisce i canali per consentire lo scorrimento dell’acqua: c’è da capire il perché di questo abbandono.

La beffa della burocrazia

La prima telefonata per capire cosa stia succedendo è all’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po). A rispondere è il responsabile Marcello Moretti, che gentilmente spiega che il suo compito non è quello di scavare il fango delle Grazie: «Vede, noi a Pozzolo stiamo scaricando il massimo di acqua consentita, e al Mincio diamo il flusso che serve. Se dovessimo aumentare la portata del fiume andrebbe subito sott’acqua Goito. Quello di dragare i fondali è compito del Parco del Mincio, non nostro».

Si tratta di dragare i canali da Rivalta a scendere secondo un piano che coinvolga il lago Superiore e il lago di Mezzo (anche qui il fondale è molto risalito). Ma l’Aipo dice che è compito del Parco del Mincio.

E il Parco cosa risponde? Che c’è piena consapevolezza del problema, ma che la pulizia dei fondali tocca all’Aipo. Tombola. Non è un semplice scarico di responsabilità, però. Lo stallo è determinato da un problema molto più sottile e al tempo stesso molto più sgradevole: se il dragaggio serve alla navigazione, allora deve farlo l’Aipo; se invece serve al ripristino della biodiversità, allora tocca al Parco. Finora questo rimpallo ha prodotto un deciso avanzamento verso il disastro ambientale.

Stallo alla messicana

«Abbiamo ricevuto segnalazioni - riferiscono dal consorzio - dell’impossibilità di navigare nei canali di fronte alle Grazie. Per questo abbiamo scritto una lettera all’Aipo richiedendo un intervento. Finora non abbiamo avuto riscontro, vedremo se qualcosa si muoverà più avanti». Sempre dal Parco riferiscono che in passato sono stati fatti interventi di ripristino dei canali. E che il Parco è impegnato in una campagna di pulizia delle sponde. Resta il punto che se le cose non cambieranno a rimetterci sarà uno dei tesori mantovani, tranquillamente inseribili in un ideale elenco che comprenda anche la Camera degli Sposi e la sala dei Cavalli di Palazzo Te.

Uomini di acqua e palude

«Noi che viviamo il lago Superiore - dicono i pescatori del comitato Lago vivo, costituitosi contro le nuove regole di pesca che favoriscono la caccia (con rilascio) ai siluri rispetto a pratiche storiche e poco invasive - vediamo che l’ecosistema sta degradando ogni anno di più per colpa dell’indifferenza di chi dovrebbe intervenire.

Se muoiono le valli di Rivalta e Grazie spariscono piante, uccelli, pesci e insetti che mantengono il lago in equilibrio. Un equilibrio sempre più precario, però. Noi diciamo che Parco o Aipo devono agire in fretta per evitare che i canali si interrino definitivamente».

Il caso di Goito

Dare più acqua al Mincio significherebbe, secondo l’Aipo, mettere a rischio in primo luogo Goito. In proposito è bene ricordare le polemiche che seguirono, anni fa, al via libera di Comune e Parco ad un nuovo complesso edilizio proprio a ridosso del fiume, subito dopo il ponte della Gloria, in sponda sinistra. Chi riteneva quel piano edilizio troppo invasivo pensava proprio alla possibilità di una crescita del Mincio: ora c’è la conferma che la zona è a rischio inondazione.

Il tema fior di loto

Le valli di Grazie sono sottoposte ad un’ulteriore minaccia, quella della proliferazione dei fiori di loto. Ormai sul lago Superiore non c’è più una sola isola davanti alla Zanzara: la presenza dei fiori di loto è aumentata moltissimo, formando enormi insediamenti verso gli Angeli e verso le Grazie. Lo scorso anno uno sfalcio fu fatto, ma senza un vero eradicamento il rischio di un’ulteriore espansione esiste ed è concreto. I fiori di loto, con la loro ombra, tolgono luce alle piante acquatiche autoctone, che muoiono. Sono belli e paradossalmente sono diventati un’attrazione turistica (forse per quello sono ancora lì): «Ma il bacino idrico va rafforzato - dice il comitato Lago vivo - e riossigenato».

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