Storia di un platano mantovano: ha visto Learco Guerra, Pelè, Maradona e i gol di Burrai

Dicono che quando tagliò il traguardo per primo, sudato e stanco come una bestia, Learco Guerra pensò ai sacrifici fatti da bambino, a tutta la polvere che si era mangiato a San Nicolò Po e a tutti gli alberi che aveva incrociato e lasciato lì a succhiare la terra strizzando i suoi quadricipiti come stracci da lavare. Nel 1931 il ventinovesimo Giro d’Italia inaugurò la maglia rosa e Guerra tagliò per primo il traguardo sul velodromo del Te: una gloria che neanche i Gonzaga, figurati che roba.

L’incarico all’ingegnere

Un anno prima, l’ingegner Aldo Badalotti era stato incaricato di mettere insieme un progetto per costruire uno stadio. Hic sunt leones: il fascismo aveva bisogno di miti da celebrare, di un’arena per i migliori combattenti sportivi della Patria. (...)

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