Più di duemila firme per sbloccare il ponte tra Acquanegra e Calvatone

di Serena Marchini
Il comitato dei cittadini è pronto a nuove azioni per sollecitare una soluzione. Intanto aumentano le perdite per negozi, bar e ristoranti

Salgono a oltre duemila le firme raccolte per protestare contro la chiusura del ponte sul fiume Chiese tra Acquanegra e Calvatone e per sollecitare una soluzione a dieci mesi dal fermo.

Intanto il comitato pensa a nuove scenografiche azioni per attirare le attenzioni sul caso, mentre aumentano le perdite nel fatturato degli esercizi commerciali che su quel ponte facevano affidamento per intercettare chi si spostava tra i due paesi per lavoro e la clientela di passaggio.

Fatturato dimezzato

Nella lista ci sono panetterie, ristoranti, bar, fioristi... «Ad Acquanegra ci sono attività a conduzione famigliare che ora fanno fatica a sopravvivere», testimonia Alvaro Busi del comitato di cittadini che ha avviato la petizione.

Una di queste realtà, particolarmente sfortunata, è la Trattoria Al Ponte, proprio all’imbocco del ponte sull’Oglio, che Ramona Lupascu ha aperto a gennaio 2023, sei mesi prima dello stop al passaggio. «Stiamo perdendo almeno metà fatturato perché abbiamo completamente perso la clientela dei giorni infrasettimanali. Valutiamo di aprire solo il weekend», dice la ristoratrice.

«È importante insistere per raggiungere una soluzione rapida - aggiunge il sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio, in prima linea dal principio - Dopo quasi un anno, i clienti perdono un’abitudine, il danno diventa permanente».

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Sensibilizzazione

Proprio i commercianti sono tra chi si sta attivando di più nella petizione. «L’11 aprile eravamo arrivati a 2.020 firme, tantissime raccolte dagli esercenti in difficoltà - afferma Busi - Un risultato che dimostra che il problema è molto sentito, ma non ci fermiamo. Stiamo pensando a nuove azioni che attirino l’attenzione, come l’apporre striscioni sia ad Acquanegra che negli altri comuni interessati».

La speranza, più che di riaprire è di decidere: si attende che la Soprintendenza si pronunci sul vecchio ponte, mentre i soldi per uno provvisorio sono già nelle casse delle Province di Mantova e Cremona.

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