Grande Mantova: persi 400 negozi in sette anni, ma ci sono 900 addetti in più

Focus del Comune: dal 2015 al 2022 tra capoluogo e comuni limitrofi calo diffuso delle attività al dettaglio e crescita dei posti per l’apertura di grandi strutture di vendita. L’assessore Rebecchi: il settore è in crisi ma si sta ristrutturando e questo porta più posti

Da un lato c’è che la crisi del commercio al dettaglio non riguarda solo il capoluogo ma anche i Comuni della Grande Mantova per un totale di 384 negozi persi tra il 2015 e il 2022. Dall’altro si assiste però a un aumento degli addetti legato con tutta probabilità al pullulare di iper e centri commerciali: 910 in più in sette anni. Ad allargare lo sguardo oltre i confini urbani è l’ufficio statistica del Comune che, basandosi sui dati del registro imprese della Camera di commercio, ha analizzato l’andamento del commercio in tutta la Grande Mantova. A spiegarne il motivo è l’assessore al commercio e alle attività produttive Iacopo Rebecchi: «Le analisi economiche su apertura e chiusura di negozi e imprese devono essere fatte tenendo conto almeno di tutta la Grande Mantova per capire cosa sta succedendo».

Grande Mantova a confronto

I Comuni analizzati per il periodo 2015-2022 sono Bagnolo San Vito, Borgo Virgilio, Curtatone, Mantova, Porto Mantovano e San Giorgio Bigarello. A fine 2022 Bagnolo San Vito è quello con la maggior densità commerciale «da attribuire alla presenza della Città della Moda» con 40,3 esercizi ogni mille abitanti, segue Mantova con 30,8, quindi San Giorgio Bigarello e Porto Mantovano con quasi 23, Borgo Virgilio con 20,8 e ultimo è Curtatone con 19,7.

Attività in calo dal 2015

Come si legge nell’analisi di via Roma tra il 2015 e il 2022 si assiste a un calo diffuso di attività e la presenza o meno di Bagnolo nel conteggio non influenza i risultati. Nel 2015 i negozi della Grande Mantova erano 3.100 senza Bagnolo e 3.366 con Bagnolo, nel 2022 se ne contavano rispettivamente 355 e 384 in meno. Il Comune che in sette anni perde meno negozi è San Giorgio con l’1,8% mentre il record va al 17,2% di Curtatone. Mantova registra un meno 11,9%, di poco al di sopra della media (11,4%) «ma rappresenta la metà delle attività commerciali del territorio analizzato».

L’andamento anno per anno

L’unico anno in cui la Grande Mantova ha registrato una variazione positiva è stato il 2016 (1,2%), sebbene due Comuni abbiano segnato il passo: Bagnolo con un calo dello 0,4% e Curtatone del 2,6%. Il contributo maggiore è stato di San Giorgio (+5,8%) «che in quel periodo ha visto l’apertura di alcuni esercizi della grande distribuzione». Nel 2017 le poche variazioni positive vengono annullate dal calo di Borgo Virgilio (-5%) e dal 2018 comincia la serie negativa, che vede l’anno peggiore nel 2022 (-4,1%).

Ma gli addetti aumentano

Per quanto riguarda gli addetti, nella Grande Mantova (più del 41% lavora nel capoluogo) tra il 2015 e il 2022 si registra una crescita del 12%. I maggiori incrementi sono del 2017 (superiori al 6%) a cui segue un rallentamento fino al calo del 2020 (- 2,6%) mentre il 2022 torna a crescere dell’1,7%. L’incremento sui sette anni ha riguardato tutti i Comuni, ad eccezione di Bagnolo (-0,8%). San Giorgio segna addirittura un +50,2%. «Così come per le unità è probabile che a questa crescita abbia contributo l’apertura di alcune grandi strutture di vendita». Mantova registra l’incremento più contenuto del 5,5%. Nel 2016 la spinta maggiore arriva da Bagnolo San Vito (+10%) e Borgo Virgilio (+15,5%). Dal 2017 al 2019 prevalgono i Comuni con variazioni positive, mentre il 2020 è l’anno critico per tutti tranne il capoluogo che cresce del 6,4% e San Giorgio (+4,5%). Nel 2021 metà dei comuni cala, tra questi Mantova (-8,5%) «che sembra aver risentito tardi degli effetti della crisi pandemica». San Giorgio, al contrario, cresce del 15%. Il 2022 segna la ripresa, ad eccezione di Porto che resta fermo e di Mantova che cala dell’1,4%.

«Il settore sta cambiando»

Insomma «il commercio al dettaglio è evidentemente in crisi a Mantova come in tutta Italia - commenta l’assessore Iacopo Rebecchi - Il dato positivo però è che a fronte della contrazione del numero di attività vi è un aumento dei lavoratori. Questo significa che il settore del commercio così come altri settori economici si sta ristrutturando permettendo l’assunzione di nuovi addetti».

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