Qualcuno ci prova ancora, ma a Mantova 320 vetrine restano spente

La mappatura dei negozi sfitti nel Distretto urbano del commercio: calano le chiusure ma anche le nuove aperture

Tra vecchi e nuovi, il totale fa 320: sono i negozi con vetrine spente _ a dispetto di chi ancora tenta l’avventura di aprire un’attività commerciale _ conteggiati dall’ultima mappatura realizzata a gennaio dall’Osservatorio degli spazi sfitti nell’area Duc (Distretto urbano del commercio) di Mantova. Finanziato dal Comune, realizzato da professionisti di rigenerazione urbana e condiviso con i partner Camera di commercio, Confcommercio e Confesercenti, l’obiettivo del monitoraggio, aggiornato ogni sei mesi, è di fotografare lo stato dell’arte per individuare le strategie necessarie a prevenire il degrado del centro storico e a favorire l’apertura di nuove attività. Come? Grazie a un’analisi meticolosa, riportata nel report che accompagna ogni mappatura, di un fenomeno legato al contesto di riferimento e per il quale non esistono ricette risolutive.

Nuovi sfitti e nuove attività

Dall’analisi quantitativa emerge che su 320 negozi sfitti a gennaio, trenta erano nuove chiusure rispetto a luglio 2023, 27 le nuove aperture (di cui due cambi di destinazione) e 290 gli spazi già inattivi. Se rispetto alla mappatura precedente la situazione non era molto variata, nel raffronto con un anno prima si registravano invece cali consistenti di nuovi sfitti (-17) e di nuove attivazioni (-10). Le nuove aperture sono suddivise in 15 sopra il Rio e 12 sotto, mentre sei mesi prima erano concentrate sotto il Rio. «Sussiste nell’ultimo anno - si legge nel rapporto - un significativo calo sia di nuove attivazioni che di nuovi sfitti. Dai dati si può dire che le imprese hanno calato la cessazione ma di contro c’è anche meno tendenza ad aprire e se lo si fa in genere è per cambiare posizione e non per inserire una nuova attività commerciale».

Le vie

L’area che presenta la maggiore densità tanto di spazi vuoti quanto di nuove aperture è corso Umberto che include anche galleria Apollo. Se qui i negozi sfitti sono 23, altri 16 se ne contano in corso Garibaldi, 13 in via Giulio Romano, 12 in via Cavour, 11 in via XX Settembre e via Calvi, 9 in via Acerbi e in via Mori, 8 in via Principe Amedeo, 7 in viale Risorgimento, via Chiassi e via Bettinelli, 6 in via Trieste e corso Vittorio Emanuele. In centro comunque «non esistono vie centrali del tutto indifferenti al fenomeno». Tra quelle in miglioramento, pur avendo un alto numero di vetrine spente, vengono segnalate la prima parte di via Calvi, la parte di corso Vittorio Emanuele da via Bonomi al Mamu, via Corridoni. Tra quelle peggiorate ci sono via Bertani, via Grazioli, via Giustiziati, via Spagnoli, via Broletto, via XX Settembre, via Pomponazzo, via Verdi e via Fernelli.

Le tipologie

La tipologia prevalente di spazio commerciale inutilizzato nell’area Duc è di locali di piccole dimensioni (sotto i 50 metri quadrati), con una vetrina tra uno e tre metri di ampiezza. Il report si sofferma anche sul decoro degli spazi sfitti: «Uno scarso decoro si riscontra più nelle vie secondarie o di scorrimento». Per il 72% lo standard qualitativo è comunque discreto e solo il 10% è considerato da ristrutturare. La carenza di informazioni in più della metà degli spazi vuoti viene collegata alla difficoltà per il potenziale imprenditore a trovare locali adatti.

Categorie merceologiche

Su 27 nuove aperture contate a gennaio, il 22% riguardava food e ristorazione, il 15% i servizi, il 19% abbigliamento, 11% artigianato, 15% cura della persone, 11% arte. C’è poi un 7% di cambio di destinazione d’uso, cioè attività tramutate in abitazioni o garage. In via Pescherie un’attività commerciale si è allargata in quella sfitta accanto.

I dati catastali

Nella mappatura di gennaio è stata inserita, in via sperimentale, una nuova tipologia di analisi basata sull’incrocio dei dati raccolti con i sopralluoghi con quelli estratti dal Sistema informativo sulla categoria catastale negozi-botteghe. Lo scopo è avere più informazioni sui proprietari. La sperimentazione è partita da corso Umberto: su quindici negozi sfitti, dieci sono di aziende con sede a Mantova, in provincia, a Milano e ad Ancona.

Monica Viviani

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