Negozi apri e chiudi a Mantova: è il risiko del commercio

Nella girandola di cessazioni spicca l’iniziativa di tre ex dipendenti che hanno scelto di mettersi in proprio
Cinzia, Claudia e Paola sono ex commesse che si sono messe in proprio
Cinzia, Claudia e Paola sono ex commesse che si sono messe in proprio
Cinzia, Claudia e Paola sono ex commesse che si sono messe in proprio
Cinzia, Claudia e Paola sono ex commesse che si sono messe in proprio

Nella girandola di chiusure, riaperture, chiusure, riaperture che vortica tra i ciottoli del centro storico, dalle vetrine di via Verdi rimbalza l’iniziativa di due amiche coraggiose. Tre, allargando il raggio fino a via Cavour, dove un’altra imprenditrice di sé stessa ha inaugurato la sua attività. Sono tutte ex dipendenti che hanno deciso di provarci, scommettendo anche sul riscatto di una città in affanno, dove il moltiplicarsi di bar e ristoranti non riesce a spezzare l’assedio del deserto commerciale. E dove la vita media dei negozi è sempre più corta.

L’esempio di Cinzia

La prima è stata Cinzia Cadeo: nell’ottobre di due anni fa, quando il titolare del negozio di frutta e verdura per il quale lavorava ha deciso di chiudere il punto vendita di via Verdi, ha colto l’occasione per mettersi in proprio.

«Il lavoro non l’avrei perso, il mio ex titolare ha anche un altro negozio, in provincia - premette - ma ero stanca di essere dipendente. Così, a 58 anni, mi sono detta: o prendo in mano la mia vita adesso, oppure non lo faccio più. E poi non volevo lasciare via Verdi, dove avevo e ho tuttora la mia cerchia di amicizie, sia tra i clienti sia con le altre commesse». Il passo è stato lungo come un salto, ma Cadeo si è spostata di pochi metri, sotto i portici della stessa strada. «Se sono pentita? Sì, di non averlo fatto prima» risponde allargando il sorriso. Per l’insegna si è affidata al lessico familiare: Cicocì, dalla fusione dei nomi che i figli si storpiavano a vicenda da bambini.

La scommessa di Paola

Di strada, Paola Dalla Bella ne ha fatta anche meno: era dipendente dall’altra lato di via Verdi e adesso è titolare della boutique di fronte, per la quale ha scelto il nome “La femme 41”, inaugurata a marzo. Stessa merce e, se possibile, ancora più grinta: «Quando si è sparsa la voce che il negozio per cui lavoravo avrebbe chiuso, tante clienti mi hanno incoraggiato a rilevare l’attività. Perché no? Mi sono detta. Da titolare è un impegno diverso, ma è anche un’altra soddisfazione. Via Verdi? Non è così fiacca come la si racconta. Certo, aiuterebbe che tutti i commercianti tenessero aperto la domenica».

L’impresa di Claudia

Delle tre, Claudia Rotaru è quella che si è messa in proprio per prima, quattordici anni fa, ma da marzo si è dedicata a una nuova attività: all’Élite studio di via Cavour si può ricorrere alla dermopigmentazione estetica correttiva per ritoccare inestetismi e cicatrici, attraverso dei tatuaggi semi-permanenti.

Nuova, questa attività, ma connessa al primo mestiere di Claudia, truccatrice e acconciatrice di parrucche per il teatro con un curriculum di tutto rispetto, nel quale figurano anche il Teatro alla Scala di Milano e l’Arena di Verona. «È da una vita che disegno e correggo volti - conferma lei - in fondo, con la dermopigmentazione faccio una cosa simile, ma a un altro livello, ricostruisco la simmetria del viso, intervenendo su labbra e sopracciglia. E poi c’è anche una declinazione in campo oncologico, con la ricostruzione dell’aureola mammaria».

Perché questa scommessa proprio a Mantova? «Sono arrivata dalla Romania nel 2002, qui sono rinata e cresciuta. Il mio studio in via Cavour è un segno di riconoscenza e affetto».

Igor Cipollina

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