Muratore cade in cantiere e muore ad Asola: un volo di quattro metri dal ballatoio

Abdulla Bisku aveva 58 anni e stava lavorando alla ristrutturazione di una corte nel centro di Asola: abitava a 300 metri di distanza

Un’altra vita franata, con tutto il suo carico di aspirazioni e attese, allunga la scia di morti sul lavoro: l’ennesima croce punta ad Asola, dove un muratore di 58 anni è caduto da un ballatoio, a quattro metri d’altezza, durante i lavori di ristrutturazione di una corte nel centro del paese.

La vittima

Abdulla Bisku abitava con la moglie e i due figli a trecento metri dal cantiere, allestito al civico 21 di via Nazario Sauro. Anche le distanze, misurano la vertigine di questa tragedia: nato in Albania, Abdulla aveva attraversato il mare e affrontato la diffidenza di un paese straniero per costruire un futuro alla propria famiglia, un mattone alla volta, ma la morte l’ha trovato a pochi passi dal suo nuovo indirizzo.

Per raccontare di questo ennesimo infortunio si potrebbe partire dalla fine, dalle lacrime senza alcun conforto possibile e dagli abbracci disperati che premono contro il portone di via Nazario Sauro, dove alle cinque e mezza di sera si raduna tutta la piccola comunità di Abdulla, la moglie, i figli adolescenti, i fratelli che con lui avevano condiviso la traiettoria della speranza.

L’infortunio

Eppure le cose sembravano aver preso il verso giusto per Bisku, che da un anno lavorava alle dipendenze della ditta Edilcasa di Canneto sull’Oglio. L’ultimo cantiere, poi, era davvero comodo. A dividere la fatica con lui, il 16 aprile, c’era lo zio: dovevano preparare il ballatoio per la demolizione. Dopo aver cavato via le pietre, stavano staccando le assi di legno.

Cosa sia accaduto con esattezza, nessuno sa dirlo, al momento della caduta Abdulla era solo: probabilmente ha perso l’equilibrio camminando all’indietro ed è volato giù, senza una ringhiera a frenarne la caduta - così parrebbe - e senza una casco a proteggerne, per quanto possibile, la testa - così sembrerebbe. A trovarlo è stato proprio lo zio, che si era allontanato per trasportare un carico di detriti. Altro dettaglio che aggiunge atrocità a sconforto.

Le indagini

Il ricorso al condizionale è premura obbligatoria con le indagini ancora in corso: lo stato del cantiere e la complessità dell’intervento richiedono approfondimenti ulteriori da parte dei tecnici del Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro di Ats Val Padana, intervenuti insieme ai carabinieri. Intanto, nella via resta l’eco di quest’altro infortunio, a rinnovare il paradosso del lavoro che uccide invece di emancipare.

Igor Cipollina

Suggerimenti