Morte di tre pazienti all’ospedale di Mantova: assolto lo staff di Oncologia

Il primario Maurizio Cantore e due medici escono puliti dall’accusa di aver somministrato terapie inadeguate ai malati

Tutti assolti perché il fatto non sussiste. La formula piena sancisce la vittoria su tutti i fronti per i tre componenti dell’équipe dell’Oncologia del Poma accusati di omicidio colposo, falso in atto pubblico e violazione della privacy. Maurizio Cantore, 63 anni, primario del reparto e i medici Roberto Barbieri, 54 anni e Carla Rabbi, di 62, escono puliti dal procedimento partito otto anni fa dopo un esposto presentato in procura da due oncologhe, Francesca Adami e Beatrice Pisanelli che, in un primo momento, erano state allontanate dal reparto perché in disaccordo con il primario su alcune delle terapie adottate. Inizialmente erano finiti sul tavolo della Procura quaranta decessi, ma alla fine i casi considerati dal tribunale sono stati solo tre: quello di Maria Clotilde Somenzi, Arnaldo Ghidoni, affetto da carcinoma polmonare, e Daniela Forzina, ricoverata al Poma nel novembre 2014 per carcinoma mammario e morta in seguito.

La prescrizione

Assolti per tutti i capi d’imputazione, a parte per l’accusa di violazione della privacy, l’unica andata in prescrizione. La prescrizione avrebbe potuto essere applicata anche per il caso Somenzi, ma il giudice Edoardo Zantedeschi, che ha espresso la sentenza dopo soli quaranta minuti di camera di consiglio, ha voluto privilegiare l’assoluzione piena. La pm Silvia Bertuzzi, in un’altrettanto breve requisitoria, aveva chiesto per tutti gli imputati l’assoluzione per il caso Ghidoni, la prescrizione per Somenzi e la condanna per Forzina. Ha chiesto poi la trasmissione degli atti al pm per la posizione della dottoressa Giovanna Cavazzini, per la quale, in base alle testimonianze processuali, sarebbero emerse responsabilità.

Le accuse

Terapie discutibili, obsolete e addirittura pericolose e ritardi inaccettabili negli esami necessari per le diagnosi. La pm e i legali delle parti civili hanno insistito sui due temi, sottolineando come non siano state seguite le linee guida per queste patologie senza motivazioni scritte, come prescrive la norma. In sintesi: la somministrazione di farmaci adeguati avrebbe potuto aumentare l’aspettativa di vita dei pazienti.

Le difese

Assenza di nesso causale tra terapie e decessi: questo il punto focale ribadito dai difensori degli imputati e dal legale del Poma, chiamato in causa come responsabile civile. Appoggiandosi sia ai loro periti che a quelli nominati dal tribunale, i difensori hanno sostenuto che anche se ci fossero state omissioni da parte dello staff di Oncologia, non sarebbero dimostrabili come elementi di causa nella morte dei tre pazienti. Cantore era già uscito pulito in appello dall’accusa di abuso d’ufficio e maltrattamenti ai danni di due dottoresse.

Rossella Canadè

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