Mantova, un piano contro il degrado della periferia nord

di di Nicola Corradini
Viaggio tra i mostri di cemento abbandonati di Colle Aperto e Ponte Rosso. L’assessore Baroncelli: «L’obiettivo? La loro demolizione»

MANTOVA. Una piazza fatta di prati e alberi al posto di un terrificante complesso di cemento, abbandonato e divenuto ormai inutile e fonte di degrado. A Colle Aperto, quartiere sorto negli anni 70 a nord della città, al confine con Porto Mantovano, con tante palazzine, villette e viali alberati ma pochi luoghi di aggregazione, gli abitanti sperano da tanto tempo di vedere all’opera le ruspe che abbattano quel centro commerciale mai nato e rimasto a metà, lasciato a marcire. Incrociamo le dita, allora: perché forse qualcosa si sta muovendo.
Siamo nel cuore della periferia settentrionale della città, attraversata dalla provinciale per Verona.

A destra, provenendo dal Mantova, c’è Colle Aperto e sul versante opposto Ponte Rosso. Due quartieri accomunati da sfregi urbanistici difficili da cancellare: il centro commerciale mai nato (il Magone come lo hanno soprannominato i residenti) e, dall’altra parte di via Verona, i due grossi capannoni che avrebbero dovuto (anche quelli) divenire centri commerciali e che invece sono rimasti scatoloni di cemento vuoti .
«Stiamo lavorando per cercare di risolvere il problema.

Mantova, 02/06/17, Colle Aperto, Con l'ass. Baroncelli in visita ai problemi del quartiere, 
Photo: Stefano Saccani
Mantova, 02/06/17, Colle Aperto, Con l'ass. Baroncelli in visita ai problemi del quartiere, Photo: Stefano Saccani

Colle Aperto ha bisogno di un’area dove gli abitanti possano incontrarsi» dice l’assessore alla rigenerazione urbana Lorenza Baroncelli. Con lei visitiamo la periferia nord per capire cosa intenda e, soprattutto, cosa possa fare concretamente il Comune. Perché si tratta di costruzioni private.


Nel caso di Colle Aperto, l’amministrazione sta tentando di trattare con la proprietà bresciana (Gruppo R) per ottenere l’abbattimento dell’immobile e la restituzione del terreno nelle disponibilità del Comune. Ci sta lavorando da tempo l’assessore all’urbanistica Andrea Murari. Gli approcci possibili sono due: la via legale (che però non è al momento nelle intenzioni di via Roma) perché la proprietà non ha fatto quanto prevedeva il piano approvato in consiglio comunale nel 2000 (dopo l’avvento della nuova proprietà che sembrava in grado di sbloccare l’opera); la trattativa per ottenere dalla impresa il bene ad un prezzo ragionevole, magari con una permuta, vale a dire la cessione di qualche immobile comunale in cambio dell’abbattimento del Magone da parte della proprietà. Acquisti milionari, per il Comune, non sono da prendere in considerazione.

Mantova, 02/06/17, Colle Aperto, Con l'ass. Baroncelli in visita ai problemi del quartiere, 
Photo: Stefano Saccani
Mantova, 02/06/17, Colle Aperto, Con l'ass. Baroncelli in visita ai problemi del quartiere, Photo: Stefano Saccani

La Baroncelli ha il compito di ridisegnare questa fetta di territorio urbano per darle un nuovo aspetto e nuove funzioni. «Il nostro obiettivo è abbattere il cosiddetto Magone - dice - La vocazione di questa area è quella della piazza. Una parte degli abitanti ha proposto di realizzare un centro sociale. La cosa è fattibile, purché si tratti di un piccolo fabbricato. Vorremmo creare una piazza giardino, che colleghi il parco pubblico alle spalle del Magone alla chiesa. È una posizione centrale, circondata dalle case. Puntiamo ad arrivare alla definizione della cosa almeno entro la fine del mandato».


Diversa la situazione a Ponte Rosso. I due capannoni costruiti (ma non terminati e circondati da una selva di erbaccia e da rifiuti) ai lati di strada Gambarara sono nelle mani di Mediocredito, il liquidatore. «Sono stati costruiti senza tener conto del criterio dell’antisismicità - dice Baroncelli - Mediocredito non può investire fondi, noi nemmeno. Andrebbero abbattuti per facilitare la vendita dei terreni o, quantomeno, per eliminare due fonti di degrado. Noi puntiamo a portare nuovi abitanti qui. Ma occorre creare le condizioni per favorire l’insediamento. Per questo abbiamo destinato mezzo milione di euro ricavati dall’escussione delle fideiussione di un’altra impresa alla costruzione della ciclabile (pronta tra poche settimane).

Presto verranno piantati degli alberi e in settembre completeremo i lavori con la realizzazione di campetti sportivi. I capannoni verranno “nascosti” con degli alberi, in attesa di trovare una strada che ne consenta la demolizione. Potrebbero diventare due aree verdi in attesa di eventuali altre destinazioni. Certo, nella zona nord della città non c’è domanda di esercizi commerciali e anche dei servi è decisamente modesta». Ma, almeno, il degrado urbano si può eliminare.

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