Botte e telefono sotto controllo, ma lui nega tutto: il caso di una coppia di Guidizzolo

di Rossella Canadè
A processo un 50enne per maltrattamenti alla ex moglie: «Lei mi teneva fuori dalla vita di nostro figlio»

«Si era accanita contro di me, non riconosceva il mio ruolo di genitore, e non mi teneva più in considerazione per tutto quello che riguarda mio figlio». È stato questo il filo rosso che lunedì 23 aprile l’imputato, un 50enne accusato di maltrattamenti in famiglia, ha seguito per ricostruire le liti e le tensioni con la ex moglie, che lo ha denunciato portandolo in tribunale. L’uomo, che attualmente a suo carico ha anche un procedimento davanti al tribunale dei minori, ha negato di aver alzato le mani contro la donna e fornendo spiegazioni apparse poco credibili sui messaggi di scuse che le mandava con il cellulare.

E proprio da un messaggio sbirciato sul telefonino della donna, un saluto di buongiorno mandato da un amico molto affettuoso, era cominciato tutto. Come aveva raccontato lei stessa, era cominciato l’inferno: controlli continui, pedinamenti, insulti, fino alle botte. La sua testimonianza e quelle delle amiche avevano disegnato lo stesso puzzle: le minacce, la paura per sé e per il figlio, gli appostamenti e le incursioni continue, acutizzate dal fatto che i due lavoravano nella stessa azienda. Poi i lividi, la vita che cambia, il tormento e le conseguenze fisiche: «Ho perso 30 chili». Prossima udienza il 10 giugno.

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