Le multinazionali mettono gli occhi sull’area di Valdaro a Mantova: «Ma ora spazi esauriti»

L’assessore Murari: «Non c’è più terreno, abbiamo detto no a molte aziende. Adesso la Regione deve pianificare»

«Stiamo dicendo no alle richieste di insediamento di molte multinazionali nell’area di Valdaro perché non abbiamo più terra a disposizione. Anche Nestlè, che si insedierà a Valdaro, lo farà al posto di un’altra multinazionale con cui era già stata chiusa un’operazione poi saltata per una contrazione dei piani di sviluppo dell’azienda».

A dirlo è Andrea Murari, assessore comunale all’ambiente che, nel corso del suo intervento al convegno organizzato dal gruppo consiliare del Pd lombardo, ha evidenziato quanto il polo industriale e produttivo del porto di Valdaro sia diventato negli anni molto richiesto dalle aziende, «attratte dall’intermodalità offerta dal sito e dal fatto che l’area è inserita in un corridoio molto importante dal punto di vista commerciale, come quello del Brennero – ha puntualizzato Murari –  E a Valdaro non si insediano solo aziende di logistica, ma molte realtà produttive».

Copyright 2022 Nicola Saccani, all rights reserved
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Espansione difficile

Se prima c’era la terra ma non c’erano le condizioni per insediare aziende, ora, come ha spiegato ancora Murari, «si presenta il problema contrario, avremo bisogno di nuove aree per dare vita a un nuovo polo di sviluppo che benefici delle opportunità offerte dall’intermodalità del trasporto su ferro, gomma e acqua. Per questo chiediamo a Regione Lombardia una pianificazione».

Su Valdaro sono intervenuti anche gli esponenti delle associazioni di categoria e, in particolare, il presidente di Confartigianato Lorenzo Capelli: «È necessaria una nuova governance con una società in house della Provincia o un’azienda speciale». Mentre Elisa Rodighiero di Cna ha evidenziato la «carenza di infrastrutture» nel territorio mantovano.

Polo sovraprovinciale

In apertura del convegno il consigliere regionale pd Marco Carra ha chiesto alla Regione che «il nostro polo intermodale sia riconosciuto come polo logistico di carattere sovraprovinciale».

Si è parlato anche di trasporto pubblico locale. L’ingegner Giorgio Spadi, presidente del Consiglio regionale degli ingegneri ferroviari, nella sua relazione ha evidenziato come «il raddoppio ferroviario Mantova-Codogno non è stato pensato per i pendolari, ma per spostare le merci dal corridoio di Milano che è il più congestionato».

Il segretario generale di Filt Cgil, Enzo Garaboldi, e l’assessora alla mobilità di Cremona, Simona Pasquali, hanno evidenziato le enormi differenze tra Milano e il resto della regione, dove aree come Mantova e Cremona sono penalizzate. «Dobbiamo rimodulare il trasporto pubblico locale – ha detto Pasquali – la Lombardia non è solo Milano, Brescia e Bergamo». 

Emanuele Salvato

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