Verso le amministrative

Elezioni, rush finale per le liste: da eleggere 38 sindaci nel Mantovano

di Francesco Romani
Un centinaio le formazioni preannunciate mantenendo il livello di 5 anni fa grazie alle divisioni locali

Gli elettori di 38 Comuni mantovani, oltre alla scheda per le Europee, l’8 e 9 giugno troveranno ai seggi anche quelle per l’elezione diretta del sindaco ed il rinnovo dei consigli comunali. Una straordinaria prova di democrazia che chiama alle urne circa la metà del corpo elettorale (160mila cittadini su oltre 320mila iscritti alle liste elettorali). Si tratta del più importante voto amministrativo, quello degli enti più vicini ai cittadini, che si ripete ogni 5 anni. Da eleggere, oltre ai 38 primi cittadini, anche circa 450 consiglieri comunali.

Solo due i Comuni, Suzzara e Porto mantovano, che superano i 15mila abitanti e che quindi votano con il sistema francese e quindi un possibile turno di ballottaggio dopo due settimane se nessun candidato supera il 50% dei voti al primo turno.

La particolarità di questo turno, primo vero test politico locale per le formazioni di centrodestra al governo è la numerosità delle liste sinora preannunciate. Il deposito ufficiale avverrà venerdì e sabato, ma già oggi, a pochi giorni dalla presentazione, sono molti i candidati che hanno reso nota la propria volontà di partecipare alla corsa elettorale e le liste che sono state illustrate pubblicamente. Si tratta indicativamente di un centinaio di liste, numero pressoché simile alle 104 che si presentarono nel 2019. Ma il dato non deve trarre in inganno. Non si tratta di un brusco stop alla disaffezione al voto che negli ultimi anni è sempre cresciuta, facendo calare ogni elezione la percentuale dei votanti.

L’effetto moltiplicatore

Piuttosto il fenomeno va letto come persistenza di divisioni e tensioni che percorrono il corpo elettorale locale che, spesso anche nei piccoli paesi, fa fatica a riconoscersi pienamente in un candidato. Così le attuali maggioranze e opposizioni spesso si frammentano, dividono, moltiplicando le liste quando lo spirito della legge maggioritaria per i Comuni prevede il principio dell’alternanza e quindi solo due schieramenti contrapposti. Regola molto poco rispettata proprio per dare voce alle singole fazioni che soprattutto nei piccoli paesi vivono di conoscenze personali, amicizie ed inimicizie che si concretizzano poi in tentativi di formare liste contrapposte. La maggior parte delle quali, anche per questo motivo è più civica che politica coalizzando i propri candidati su temi locali, più che sull’appartenenza partitica.

Suggerimenti