Caffè nel mirino dei ladri: «Lavorare è impossibile»

di di Riccardo Negri
Il colpo di notte al centro commerciale il Parco alla Gerbolina. L’area non ha videosorveglianza. Svuotato il cambiamonete: via 4mila euro

VIADANA . Nella notte tra martedì 11 e mercoledì 12 luglio i soliti ignoti hanno preso di mira il Café Noir, all’interno del centro commerciale Il Parco. Forzato un ingresso, hanno rubato la macchinetta cambiamonete. Il danno – tra valore del bottino e danni inferti – è di diverse migliaia di euro. E non era la prima volta che il bar veniva saccheggiato. Il Café Noir, in una decina d’anni di attività, è già stato oggetto di almeno cinque intrusioni: una media di un colpo subito ogni due anni.

Amareggiati i titolari: «Lavorare diventa sempre più difficile». L’allarme – collegato col telefonino del barista, Luciano Pattarini, e con la caserma Carabinieri cittadina - è scattato intorno all’1 dell’altra notte, quando i malviventi hanno tentato di spaccare la vetrata. Poiché, però, la pellicola protettiva ha retto, gli stessi hanno forzato la porta, probabilmente con un piede di porco. Pattarini, che risiede a Gattatico (Reggio Emilia), si è precipitato a Viadana. Quando è arrivato, al centro commerciale della Gerbolina c’era già la pattuglia dei carabinieri. I malviventi avevano tuttavia fatto in tempo a fuggire.

«Immagino – racconta il titolare – che abbiano fatto tutto in pochi secondi»: quelli necessari per entrare, caricare al volo il cambiamonete su un furgone e involarsi. Non è rimasto che fare la conta dei danni: nella macchinetta c’erano verosimilmente 3-4.000 euro, anche se la ditta fornitrice deve ancora fare un conteggio preciso; mentre riparare la porta potrebbe costare almeno 2.500 euro, nella speranza che l’assicurazione garantisca il risarcimento. I ladri, nel corso dell’irruzione, hanno scaraventato a terra tavolini e sedie, ma non hanno toccato le slot machine né rubato nient’altro. Con ogni evidenza, avevano le idee chiare su come muoversi e cosa portar via.

Pattarini nutre dei sospetti: «Ieri (martedì 11 luglio, ndr) era stata una giornata strana. Noi negozianti del Parco conosciamo il giro di clientela, l’andazzo quotidiano; e avevamo notato delle presenze inconsuete, che sembravano dare un’occhiata in giro più che guardare le vetrine». Naturalmente si tratta di semplici sensazioni, che non dimostrano nulla ma a cui è difficile non credere. Purtroppo né il bar né il centro commerciale sono coperti da un sistema di videosorveglianza. «Anche se temo – confida Pattarini – che questa gente sappia come muoversi per non farsi riprendere».

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