Bianchera progettava la strage da mesi"Sono pulito, non sono un drogato"

IL TESTIMONE: L'ha uccisa davanti a me FOTO Il luogo del primo omicidio AUDIO Il racconto dei testimoni LA MAPPA La zona della strage
Fiori e disegni sul luogo dov'è stata uccisa Daniela Gardoni
Fiori e disegni sul luogo dov'è stata uccisa Daniela Gardoni
Fiori e disegni sul luogo dov'è stata uccisa Daniela Gardoni
Fiori e disegni sul luogo dov'è stata uccisa Daniela Gardoni

Omar Bianchera, l'uomo che ieri ha ucciso tre persone tra Volta e Monzambano, è stato trasferito nel carcere di Brescia. «Non mi sono drogato, sono pulito, possono farmi qualsiasi tipo di analisi». Queste le sue prime parole mentre era in attesa di sottoporsi agli accertamenti tecnici dello stub. Bianchera, parlando del proprio gesto, avrebbe inoltre detto «ero stressato».
«E' provato, è segnato, sembra una persona svuotata». Ha detto l'avvocato Maria Grazia Capitanio descrivendo lo stato d'animo del proprio assistito, Omar Bianchera. Il legale ha incontrato stamani il camionista nel carcere di Canton Mombello a Brescia. «Non intendo aggiungere altro sul colloquio - ha aggiunto - L'interrogatorio di convalida è in programma domani».
Una strage annunciata. Omar Bianchera l'aveva preparata e l'aveva raccontato a un amico al bar. «Sai - gli aveva detto pochi giorni prima - dietro casa mia ho già preparato tre fosse. E presto saranno riempite». Intanto, si è appreso che le due pistole e il fucile usati da Bianchera per la strage erano denunciati: il pluriomicida aveva una licenza per detenerle a fini sportivi. Era quindi autorizzato a trasportale da casa al poligono dove si esercitava. Secondo la questura, la licenza era stata concessa in assenza di precedenti di polizia e, in passato, l'uomo non aveva mai dato segni di squilibrio che ne impedissero il rilascio. A Baianchera sono stati trovati ben 200 proiettili.

A Volta Mantovana, il giorno dopo è quello dei dubbi e delle domande, oltre che dello shock. Tutti si chiedono se forse non siano stati sottovalutati alcuni segnali. Solo voci, racconti da bar, comunque. Perché, come aveva già detto il procuratore di Mantova, Antonino Condorelli, nessuna denuncia di nessun genere era mai stata presentata nei confronti del pluriomicida.

Nella piccola comunità di Volta Mantovana, settemila abitanti, dove tutti conoscono tutti, oggi l'atmosfera è quella di chi si risveglia in un incubo. Ci sono i nastri bianchi e rossi sistemati dai carabinieri sui luoghi della strage e i disegni delle sagome con il gessetto per terra. C'è la disperazione di quattro famiglie. In un'ora Omar ha ucciso l'ex moglie, Daniela Gardoni, una vicina di casa, Maria Bianchera (nessuna parentela) e Walter Platter, il figlio di quello che doveva essere il suo terzo obiettivo, a Monzambano, paesino poco distate.

«Omar era taciturno e solitario - ricordano in paese - ma non aveva mai dato segni di squilibrio». Un amico, però, racconta che al bar, qualche giorno fa, gli aveva confidato di «aver preparato dietro casa tre fosse». «Presto le riempirò», avrebbe aggiunto. Ma nessuno di chi lo aveva sentito lo aveva preso sul serio. Sembravano frasi buttate lì, quando ci si sfoga o si è bevuto un bicchiere i troppo.

«Su Omar Bianchera non esistono precedenti - ha ripetuto il procuratore Condorelli - L' ex moglie Daniela Gardoni non l'aveva mai denunciato per stalking o per altre cose». «Risulta solo una denuncia, ma contro ignoti, per fatti di poco conto, come, mi pare di ricordare, il danneggiamento dell'auto o di piante davanti a casa - ha aggiunto il procuratore - Ma la donna non aveva mai fatto il nome dell'ex coniuge».

Eppure, qualcosa che covava dentro di lui c'era. E si era acuito qualche giorno fa quando il giudice, in una causa di separazione, aveva condannato Bianchera a rimborsare 30.000 euro alla sua ex moglie. Questa sarebbe stata la goccia che ha scatenato il suo rancore. Quanto alle altre due vittime, si è trattato di esecuzioni per «punire» presunti torti subiti.

La vicina di casa Maria Bianchera, secondo lui, gli aveva rubato qualche metro di terra sul confine delle rispettive abitazioni. Walter Platter, massacrato davanti ai figli di 2 e 5 anni, invece, ha «pagato» al posto del padre Luigi, che aveva preso in affitto il vecchio autosalone di Bianchera adibendolo a birreria senza, però, sempre secondo Omar, saldargli tutte le spettanze pattuite. C'e una donna infine che sta vivendo un dolore straziante, pieno anche di sensi di colpa. E' la madre di Omar. Ieri mattina era in giro per il paese con l'altra figlia, quando si è scatenato il terrore. Anche loro come gli altri abitanti sono corse a rinchiudersi in casa. Ha scoperto che il folle era il suo Omar quando lui le ha telefonate per dirle: «Mamma, ho fatto un macello...».

UNA DOMENICA DI SANGUE
SUI COLLI MORENICI

Un'ora per seminare terrore e morte in un fazzoletto di terra di circa di dieci chilometri. Un'ora per stroncare con due pistole e un fucile a pompa l'esistenza di tre persone e ferirne una quarta, sconvolgendo il 25 Aprile di due tranquilli e ricchi paesi del Mantovano, Volta e Monzambano.

Omar Bianchera, autotrasportatore, 44 anni da compiere il 3 giugno, ha deciso di chiudere i conti con tutti coloro verso i quali provava rancore, trucidandoli: l'ex moglie, una vicina di casa e un conoscente con cui aveva avuto affari in passato. Tutti uccisi con colpi mirati, precisi.

Quello di Bianchera è infatti apparso subito un piano tanto lucido quanto spietato. A un conoscente l'aveva promesso: «Mia moglie la uccido», tanto che quella di Daniela Gardoni, 43 anni, è apparsa quasi una tragedia annunciata. La donna, martedì scorso, era uscita vincitrice da una causa di separazione, al termine della quale l'ex marito avrebbe dovuto versarle parecchi soldi.

Lui l'ha attesa dalle 7 di mattina vicino alla casa della donna in via Risorgimento, a Volta. Quando Daniela Gardoni, due ore dopo, è uscita di casa ne è nata una lite. La donna, terrorizzata, è salita a bordo della sua Ford Focus e Bianchera ha cominciato a sparare. L'ex moglie, forse, cercava di raggiungere la stazione di carabinieri ma, forse perché già colpita, si è schiantata contro un'altra auto, finendo contro il muro di un'abitazione. Bianchera, da freddo killer, ha spintonato un ragazzo sceso dal suo scooter per soccorrerla e ha sparato due colpi alla donna, uccidendola.

Poco più di dieci minuti dopo la morte è arrivata per Maria Bianchera, 71 anni, a Piccard di Cavriana, dove l'autrasportatore abitava. Contro la vicina, con la quale sembra ci fossero contrasti per i confini dei loro terreni, ha sparato cinque colpi, freddandola.

Bianchera, però, non aveva ancora finito il suo compito di giustiziere. La spietata vendetta è proseguita nella frazione Pille di Monzambano, a meno di un chilometro da Piccard. L'autotrasportatore, che pare da qualche tempo avesse cominciato a fare uso pesante di droghe, è andato a cercare Luigi Platter, padre di Walter, 34 anni, viticoltore. In questo caso, gli attriti erano legati ai locali che Bianchera aveva affidato alla famiglia Platter anni prima perché gestisse una birreria. Non ha trovato Luigi, ma Walter, che era in auto con la moglie, Virginia Deidonè, 32 anni e i loro due figli piccoli.

Anche i questo caso, nonostante la presenza della donna e dei bambini, il killer non ha avuto pietà: Walter Platter è stato crivellato di colpi, la moglie è rimasta ferita a un braccio e ha avuto la forza di correre in strada a chiedere aiuto. Quando i carabinieri, che erano intervenuti per l'omicidio di Maria Bianchera, omonima e non parente del killer, sono arrivati sul posto, l'assassino era ancora vicino. Il plurimocida è riuscito a fuggire attraversando un canale d'irrigazione e a raggiungere la propria Punto di colore nero, parcheggiata a poca distanza.

Immergendosi nell'acqua ha neutralizzato i cani che hanno perso le sue tracce. E' quindi scattata la caccia all'uomo, con posti di blocco, elicotteri, nel Mantovano ma anche nel Bresciano. Bianchera, dopo la mattanza, aveva chiamato la madre e le aveva detto: «Ho fatto un macello». Il suo telefonino aveva agganciato una cella di Pozzolengo, nel Bresciano, e, attraverso questo particolare, i carabinieri di Mantova, Monzambano e Volta Mantovana hanno capito in quale direzione stava cercando di fuggire.

Braccato dai militari che ne seguivano gli spostamenti del suo telefono cellulare, senza alcuna via di scampo, l'autotrasportatore da Anfo, una località del Lago d'Idro, ha chiamato il 113. La Polizia ha girato la segnalazione ai carabinieri che sono andati a prenderlo. Si è arreso quasi docilmente, ha consegnato le armi della strage. La sua domenica di follia era finita.

Suggerimenti