Minacce e calunnie alla legale della ex moglie

Un avvocato è stato portato a processo da una collega tormentata che aveva seguito la causa di divorzio

Stavolta a finire in tribunale è la faida tra due avvocati. Un professionista che ha lo studio nell’hinterland mantovano è a processo con le accuse di diffamazione, calunnia e minacce. Ad averlo trascinato in tribunale è una collega, che sostiene di essere stata presa di mira per aver tutelato nel procedimento di divorzio quella che allora era la moglie dell’uomo. L’avvocata e anche una familiare, anche lei una collega, sarebbero state offese, insultate e minacciate sia durante le udienze davanti al giudice, che in molte altre occasioni.

Accuse reciproche

L’avvocato le accusava di aver aggravato la situazione già peraltro critica, di aver istigato la moglie contro di lui acutizzando le tensioni: insomma, di non aver rispettato i confini del loro incarico. Ma non è tutto: secondo lui avrebbero anche artefatto dei documenti inerenti alla causa di divorzio. Per questi sospetti le aveva anche denunciate a sua volta. In questo processo l’avvocata si è costituita parte civile.

Le testimonianze

Ieri davanti al giudice Giacomo Forte, hanno risposto alle domande della Pm Luciana Sgotti prima e degli avvocati subito dopo i testimoni dell’accusa, alcuni familiari e colleghi.

Tra questi la ex moglie dell’avvocato, che ha spiegato chiaramente di non essere stata influenzata in alcun modo dalla sua legale, di aver preso le decisioni in modo assolutamente autonomo e di non aver ravvisato alcunchè di anomalo né di irregolare nella condotta del proprio difensore. A testimoniare si è seduto anche il marito dell’avvocata, che ha ribadito lo scenario in modo giudicato eccessivamente teatrale dal giudice, che lo ha richiamato a una maggiore sobrietà. Infine alcuni colleghi che erano a conoscenza dell situazione, tra i quali uno al quale era toccato subire gli attacchi quando sostituiva la collega.

Il processo

Dopo gli interrogatori dei testimoni del Pm, il processo è stato rinviato al prossimo 8 maggio, quando è previsto l’esame dell’imputato. Esauriti anche i testi della difesa, si chiuderà l’istruttoria e la parola passerà alla Pm per la requisitoria, all’avvocato di parte civile e infine al difensore. Poi la sentenza, che arriverà a metà luglio.

Rossella Canadè

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