La cura

L’arte per vincere l’isolamento post Covid: progetto pilota a Mantova

di Emanuele Salvato
L’iniziativa di Asst per gli ultra 65enni che hanno perso l’abitudine a frequentare i luoghi culturali

«L’arte fa accendere specifici neuroni della corteccia orbito frontale». A sostenerlo è il professor Enzo Grossi, direttore scientifico della Fondazione Villa Santa Maria che in queste sue parole, riportate nel programma di presentazione, riesce a racchiudere il senso del progetto “Prendersi di cura di sé con l’arte è un’arte” ideato dalla direzione socio sanitaria di Asst Mantova e rivolto ai cittadini ultra 65enni.

Uscire dall’isolamento

L’iniziativa è stata presentata l’8 maggio al Maca di Mantova, nel Palazzo San Sebastiano. L’idea di fondo del progetto è quello di offrire ai cittadini nel range di età identificato come critico opportunità di uscire dall’isolamento, aumentato soprattutto dopo la pandemia da Covid, e in questo modo contrastare depressione e sconforto che spesso si associano alla mancanza di socializzazione.

Il calendario delle iniziative culturali è ampio e comprende iniziative culturali di vario genere che si declinano in mostre, concerti, performance teatrali, visite a musei e monumenti storici da maggio fino a dicembre.

L’idea è di Asst Mantova, come ha spiegato la direttrice generale Anna Gerola, ma l’attuazione dell’iniziativa non sarebbe stata possibile senza la partecipazione di molti partner culturali del territorio che hanno fatto rete.

«Le recenti istituzioni delle case della comunità quali luoghi di innovazione dell’assistenza territoriale – ha spiegato il direttore generale di Asst Mantova – prevedono il coinvolgimento della comunità attraverso la valorizzazione e l’integrazione delle sue reti sociali con i servizi di welfare formali attraverso iniziative di co-programmazione, co-design e valutazione partecipata dei servizi o promozione, sostegno e valorizzazione delle reti sociali esterne ai servizi pubblici. Tali concetti si rifanno al più ampio tema del Community Building, inteso come il coinvolgimento attivo della comunità attraverso la valorizzazione e l’integrazione delle sue reti sociali con i servizi di welfare formali».

L’assessore al welfare del Comune di Mantova, Andrea Caprini, ha evidenziato come «partecipazione è la parola chiave di questo progetto. Asst ci sta dicendo che la cultura è una medicina potente per aiutarci a vivere e a invecchiare meglio».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Angela Bellani, direttore socio sanitaria di Asst Mantova, che ha sottolineato come ci siano «evidenze scientifiche in grado di dimostrare come la cultura e l’arte siano benefiche per la salute. Se l’isolamento generato dal Covid, soprattutto nella popolazione anziana over 65, è stato necessario per ridurre i contagi, allo stesso tempo ha aumentato la propensione degli anziani a isolarsi e rimanere in casa. Con questo progetto vogliamo invertire questa tendenza».

Il teatro medicina

In rappresentanza delle molte realtà culturali che aderiscono al progetto hanno parlato Giordano Fermi, direttore del Conservatorio di Mantova, e Francesca Campogalliani dell’Accademia Teatrale Campogalliani.

«La musica è una terapia, anche se in Italia si crede poco in questa forma d’arte – è intervenuto Fermi – a partire dalle scuole, dove viene insegnata pochissimo». Francesca Campogalliani ha affermato che «il teatro di prosa è un antidoto contro la solitudine. A teatro non si è mai soli». Prima della conferenza stampa si sono esibiti gli allievi del conservatorio Campiani. Il programma completo è su www.asst-mantova.it.

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