Al voto in primavera trentotto Comuni mantovani: otto sindaci ancora stoppati dalla legge

Le attuali norme fermano i primi cittadini dopo il secondo mandato consecutivo, o il terzo se sotto i 5mila abitanti

Al voto di giugno più della metà dei Comuni mantovani, (38) rinnoveranno il consiglio comunale, scegliendo direttamente i sindaci per il prossimo quinquennio. Di questi, solo otto di quelli attualmente in carica non potranno ricandidarsi per forza di norme di legge che oggi vietano un terzo mandato consecutivo o un quarto se in Comuni sotto i 5mila abitanti secondo l’ultimo censimento Istat. I sindaci dei Comuni maggiori giunti al secondo mandato consecutivo sono 5. Non potranno quindi, se nel frattempo le norme non cambieranno, ripresentarsi al giudizio degli elettori. Si tratta di Paolo Galeotti (Marmirolo); Valerio Primavori (Ostiglia), Massimo Salvarani (Porto Mantovano), Ivan Ongari (Suzzara) e Luciano Bertaiola (Volta Mantovana). Altri tre sindaci sono oramai giunti al capolinea del terzo mandato in piccoli municipi inferiori ai 5mila abitanti. E’ il caso di Franco Perini, di Casalmoro; Nicola Leoni di Gazoldo degli Ippoliti e Arnaldo Marchetti (Magnacavallo).

Disaffezione alla politica

Il mese scorso il segretario dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, ha lanciato un appello perché sia superato il limite del secondo mandato, o del terzo nei Comuni minori. Una risposta è venuta però con una proposta del governo di innalzare al terzo mandato i sindaci dei Comuni sotto i 15mila abitanti e abolire il limite sotto i 5mila. Nel testo di riforma costituzionale presentato dal governo, però questa norma è sparita anche se è stato riconosciuto da tutti che sarebbe servita anche per far fronte alla disaffezione dalla politica che negli ultimi anni ha pesato enormemente sulla scelta dei candidati sindaci e consiglieri, sempre più difficili da trovare. «Nelle ultime elezioni di Poggio Rusco, 6mila abitanti, si è fatto fatica a fare una sola lista - dice Arnaldo Marchetti, primo cittadino di Magnacavallo al suo terzo mandato -. Fare il sindaco è un grande impegno. Molto spesso ci si trova soli sia di fronte alle decisioni da prendere che alle responsabilità da assumere. E pagando di tasca propria perché io non uso la macchina del Comune e alla fine dell’anno faccio il regalo ai dipendenti con i miei soldi. Ci sarà la possibilità di ricandidarmi? Io un lavoro ce l’ho e se non avrò l’impegno da sindaco mi dedicherò di più a quello».

Serve grande esperienza

Per Franco Perini, altro sindaco “storico” alla fine del terzo mandato nel piccolo Comune di Casalmoro, i divieti di mandato sono anacronistici. Fare il sindaco è sempre più difficile. Le responsabilità aumentano mentre i fondi calano ed il personale diminuisce. Per questo per governare serve esperienza ed è assurdo fermare proprio chi quella conoscenza dei meccanismi amministrativi se l’era fatta».

Mantovano, ricambio lento

Già il tema della responsabilità dei sindaci era stata posta ai tempi del governo Draghi. L’aumento dello “stipendio” ha cercato di riequilibrare la situazione, riconoscendo lo straordinario impegno dei primi cittadini. Ma alla fine, anche questo è servito ben poco e difficilmente si troveranno candidati che ambiscono a fare il sindaco per il guadagno mensile, molto spesso attorno ai 1.500 euro al mese, ma con responsabilità gravose e l’incombere costante di denunce. Oggi che quasi la metà dei sindaci in Italia non è ricandidabile e quindi si avvicina per il prossimo turno elettorale un notevole ricambio, il tema è tornato d’attualità. Nel Mantovano, dove i Comuni sono mediamente piccoli, sotto i 5mila abitanti, questo ricambio è più lento.

Norme anacronistiche

La riforma Bassanini, che ha introdotto l’elezione diretta dei sindaci ha anche varato i limiti di mandato per evitare di creare piccoli governatori “a vita”. Una riforma oggi anacronistica perché la “corsa” a fare il sindaco, semmai c’è stata, si è esaurita da tempo ed oggi il tema è contrario: cercare di favorire la partecipazione alla vita amministrativa. A dirlo anche Ivan Ongari, sindaco uscente di Suzzara, il più popoloso dei Comuni che vanno al voto. «Personalmente ho sempre ritenuto che un decennio sia un tempo congruo per un amministratore. Certo non è una regola ferrea e in quest’ultimo mandato la pandemia Covid e l’aumento dei costi hanno eroso le cose da fare. E rispetto al passato oggi serve più professionalità ed esperienza».

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