Abortì dopo la violenza, marito alla sbarra

MEDOLE., Per l’accusa avrebbe stuprato la moglie dopo averla sedata., Ma, a seguito di quella violenza, la donna era rimasta incinta., E non se l’era sentita di portare in grembo una creatura frutto della sopraffazione: aveva così deciso di abortire.

Ieri mattina questa terribile vicenda è stata rievocata, in tribunale, dalla testimonianza del padre della vittima., Ha raccontato ai giudici di essersi opposto con tutte le sue forze all’unione tra sua figlia e un musulmano., Un timore maturato dopo molti anni trascorsi proprio nei paesi arabi., Ma la nazionalità non c’entra, in realtà, perché ci troviamo di fronte ad una vicenda terribile in assoluto.

I due figli che la donna ha avuto in precedenza dallo stesso uomo sono stati affidati, nel frattempo, a un’altra famiglia, ma la mamma può vederli e stare con loro., Le continue violenze del marito l’hanno resa fragile e bisognosa di cure., A decidere sulla sorte dell’uomo sarà il collegio di giudici presieduto da Enzo Rosina.

Il terribile episodio è avvenuto il 15 dicembre di sette anni fa.

Secondo l’accusa quella sera il marito, che spesso non tornava nemmeno a casa, voleva avere a tutti i costi un rapporto sessuale., Lei no., E allora l’avrebbe costretta a bere una sostanza che l’ha resa totalmente incapace di opporsi., A quel punto l’ avrebbe costretta con la violenza.

Un rapporto a seguito del quale lei era rimasta incinta., Saputolo, lei aveva deciso che quel figlio non doveva nascere., E aveva interrotto la gravidanza., L’uomo però non si era fermato., L’aveva anche minacciata di morte se l’avesse trovata in strada o in auto., E poi aveva pubblicato su Facebook fotografie scrivendo frasi offensive e ingiuriose nei suoi confronti.

Il 25 giugno la sentenza., Il pubblico ministero al processo è il sostituto procuratore Donatella Pianezzi.
 

Suggerimenti