A Mantova patto tra giovani e istituzioni: «Sconfiggiamo l’illegalità»

La proposta del prefetto Gerlando Iorio all’assemblea con gli studenti dell’istituto Falcone di Asola: «Portateci idee e progetti vostri».

«L’arma più potente per vincere la mafia è colpirla sulle fonti di guadagno economico apparentemente legali o innocue. E cosa ancora più importante occorre coinvolgere voi giovani, raccogliere le vostre proposte, i vostri timori e prevenire quel disagio, che a volte, se trascurato, porta a forme di violenza che è terreno fertile per le organizzazioni mafiose e criminali». Nella giornata della memoria delle vittime della mafia, il prefetto Gerlando Iorio si rivolge direttamente ai giovani, aprendo simbolicamente le porte delle istituzioni (spesso avvertite come distanti dagli adolescenti) per ascoltare le loro idee e le loro proposte per disinnescare le condizioni che favoriscono il fiorire della attività mafiose.

Le domande dei giovani

Il prefetto è intervenuto giovedì mattina all’iniziativa organizzata dall’istituto superiore Giovanni Falcone di Asola, capofila della rete di scuole per la legalità, assieme al presidente della Provincia, Carlo Bottani, e ai sindaci di Bozzolo, Giuseppe Torchio, di Castelgoffredo, Alfredo Posenato e di Guidizzolo, Stefano Meneghelli. Di fronte a loro circa trecento studenti dell’istituto, mentre collegati in streaming c’erano classi del liceo classico linguistico Virgilio di Mantova e del Cfp di Castiglione. In collegamento anche la responsabile del progetto legalità del Provveditorato, Federica Facchi.

Nei grossi centri il disagio e le baby gang sono in stretta correlazione con la malavita organizzata. Non dobbiamo trascurare i segnali che comunque ci sono anche qui.

Gli studenti non sono stati meri uditori. L’apertura del confronto è stato curato dal Falcone high school chorus, che oltre a proporre alcune letture, ha cantato la canzone Cento passi dei Modena city ramblers dedicata a Peppino Impastato.

Leggi anche
Bullismo a Mantova, il prefetto Gerlando Iorio insiste: «Ora un piano delle scuole»

Dall’assemblea sono arrivate domande precise agli ospiti: come impedire che la mafia entri negli appalti pubblici o si infiltri nelle attività economiche? Sono arrivate minacce, ad esempio tramite i social, a qualcuno dei sindaci presenti? Esistono relazioni tra le baby gang e la criminalità organizzata? Quanto incamera la malavita organizzata dallo spaccio di droga?

Il preside Giordano Pachera e la docente responsabile del progetto legalità, Francesca Zaltieri, hanno spiegato che la scuola sta lavorando molto per far sì che sul tema della battaglia alle mafie i ragazzi siano protagonisti.

Baby gang

Sulle baby gang il prefetto ha risposto che «non è il caso del nostro territorio, ma in grossi centri il disagio e le baby gang sono in stretta correlazione con la malavita organizzata. Non dobbiamo trascurare i segnali che comunque ci sono anche qui. Il disagio c’è e ci sono stati episodi violenti».

Ogni volta che qualcuno compra hashish riempie le tasche della criminalità organizzata

«Per questo ho chiesto ai presidi di elaborare progetti di prevenzione che coinvolgano gli studenti. Abbiamo istituito un organismo apposito e vi invito, se lo volete, a presentare i vostri progetti, le vostre idee e le vostre paure al questo organismo tramite la vostra scuola»

Infiltrazioni nel Mantovano

La mafia a Mantova? Le infiltrazioni ci sono, certo. «Una presenza sotterranea da noi - dice Iorio - la mafia fa investimenti in attività produttive, appartamenti, villette capannoni vuoti e locali per riciclare il denaro sporco. La droga è una delle principali fonti. Ogni volta che qualcuno compra hashish riempie le tasche della criminalità organizzata. Nel Mantovano abbiamo tantissimi beni confiscati alla mafia. Ma non basta colpire il patrimonio, i beni immobili dei mafiosi vanno riutilizzati».

Bottani rivela che quando era assessore comunale a Curtatone, 14 anni fa, un imprenditore gli propose informalmente dei soldi per chiudere gli occhi su debiti che aveva nei confronti del Comune.

Anche gli atti di vandalismo contro i beni della comunità fanno parte della cultura dell’illegalità

«Non ho più avuto nulla a che fare con lui - dice - A Curtatone abbiamo varato col prefetto un progetto imponente per riutilizzare beni confiscati alla mafia». I sindaci spiegano che non è semplice: occorrono fondi che non sempre i bilanci consentono. E non sempre è facile controllare le gare.

Leggi anche
«Le mafie si possono battere», da Mantova lo storico Sales suona la carica

«Le imprese a rischio hanno sempre apparentemente le carte in regola - afferma Torchio - e il rischio è di finire davanti al giudice per dei ricorsi». Meneghelli osserva che nelle piccole comunità la possibilità di controllare è relativamente più semplice, mentre Posenato dice a ragazzi di «non temere mai di essere divisivi su questi temi, parlatene perché la mafia vive del silenzio».

Vandalismo

«Anche gli atti di vandalismo contro i beni della comunità fanno parte della cultura dell’illegalità». Il sindaco di Bozzolo, Giuseppe Torchio, ha fatto riferimento, nel corso dell’assemblea, a episodi gravi avvenuti nel paese ad opera di gruppetti di ragazzini: danni gravi a strutture pubbliche e aree verdi da poco restaurate e recuperate. In questo caso la mafia non c’entra, ma la cultura dell’illegalità sì.

Leggi anche
L’antimafia ora si rivolge agli studenti

Anche Carlo Bottani, nel ruolo di sindaco di Curtatone, fa un altro esempio: «Un gruppo di ragazzine di scuola media si era organizzato per fare furti a ripetizione al centro commerciale Gigante. Non è una baby gang, ma è un segnale che non dobbiamo trascurare».

Suggerimenti