La prossima ospite di Oltrecultura FEST Mantova si ancora alla terra aprendo uno studio in centro città

Giulia Bernardelli: un’arte social nata per caso da una macchia di caffè

Giulia Bernardelli, conosciuta anche come Bernulia, è nata a Mantova 36 anni fa, e nella sua città vive e lavora. È quella che si dice una creativa che, alla mattina si sveglia e pensa “Oggi voglio fare una conchiglia gigante”. Sarà ospite, il 27 febbraio, affiancata da Giulio Cisamolo, del prossimo appuntamento di Oltrecultura.

Bernulia, artista che ha allacciato relazioni professionali con agenzie e aziende italiane e straniere, oggi ha desiderio di ancorarsi alla sua terra aprendo uno studio in via della Mainolda dove aprirsi alle persone reali e non solo sui social.

«Nel 2015 decisi di condividere su Instagram una composizione con la polvere di caffè e un ritratto con il caffè liquido - racconta - In un paio di mesi quelle immagini sono diventate virali e sono cominciate le prime interviste e i primi articoli su giornali internazionali».

Il primo lavoro le viene commissionato da Pirelli, main sponsor di Expo 2015. A seguire ha realizzato la copertina dell’inserto del Washington Post, che vincerà il premio della giuria come miglior copertina dell’inserto WP dell’anno 2015. Seguono lavori per New York Film Festival, Fox, Disney, Armani, Segafredo, Pixar, Autogrill, Camera della moda, Siemens e tanto altro.

«Tutte le mie immagini nascono da elementi naturali o alimentari, cose semplici che circondano la vita di chiunque e che si scoprono magiche se osservate da vicino - spiega - Ogni mio lavoro è effimero, scompare dopo la sua realizzazione. Ciò che rimane è una fotografia».

Bernardelli ha studiato all’Accademia di Bologna con indirizzo di didattica dell’arte. Partendo da una precoce e naturale propensione per il disegno e la composizione manuale scopre, quasi per caso, durante una colazione che la semplice macchia del caffè sul tavolo contiene una vocazione figurativa.

Basta un semplice stecchino per forzarne i confini tramutando la macchia in figura e si crea un racconto. Così composta l’immagine viene fotografata e postata su Instagram.

«Il mio lavoro cambia sempre - racconta Giulia - È un’eterna sfida, faticoso dal punto di vista psicologico, che, nel bene o nel male, non conosce comfort zone. Comunque ho abbastanza fiducia. Adesso, dopo dieci ani di lavoro sui social ho sentito l’esigenza di avere uno spazio dove incontrare la fisicità, le persone. È tutto work in progress perché ogni giorno mi passano per la testa settemila idee e poi, qualcuna, almeno, la realizzo anche. Di recente ho avuto ancora una collaborazione con il Washington Post, continuo a collaborare con Caprai, un’etichetta di vini, con cui ormai siamo diventati amici. Ad aprile uscirà il secondo libro per “Topipittori” sullo smonting. Poi, vedremo, mi piacerebbe organizzare nel mio studio piccoli corsi, incontri aperti alla città». Il successo riscosso da Giulia Bernardelli in questi anni di lavoro creativo non ha alterato il suo punto di vista iniziale, che è quello di trarre ispirazione dalla quotidianità, seguendo il motto di Miles Davis: «My future starts when I wake up every morning. Every day I find something creative to do with my life».

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