Così è nato il Mantova dei miracoli, Talluto: «Vi racconto lo scouting Acm»

Il responsabile: «Il segreto è trovare i giocatori più adatti al calcio da fare. Con Possanzini e Botturi tutto più facile»
Vincenzo Talluto e Christian Botturi
Vincenzo Talluto e Christian Botturi
Vincenzo Talluto e Christian Botturi
Vincenzo Talluto e Christian Botturi

Il miracolo biancorosso nasce la scorsa estate con un grande lavoro di costruzione della squadra da mettere a disposizione di Davide Possanzini. Un’opera svolta in prima persona da Christian Botturi, che ha parlato con ogni calciatore di persona prima di tesserarlo per il Mantova. Ma le scelte sono arrivate anche grazie al lavoro di Vincenzo Talluto, responsabile dell’area scouting che il dt ha portato con sé da Sesto insieme a un enorme database.

Il metodo

«Nel database ci sono i calciatori di tutte le categorie – spiega Talluto – non soltanto quelli che ci piacciono di più. Gli atleti li seguiamo dal vivo ma anche su video attraverso Wyscout (piattaforma online utilizzata dagli addetti ai lavori per lo studio e la ricerca dei calciatori, ndr). Personalmente sono sempre in giro a vedere partite e passo tantissimo tempo su Wyscout, al punto che Possanzini mi prende in giro dicendo che ho la residenza lì dentro... Poi c’è un collaboratore, Marco Missaglia, che mi dà una mano e si occupa prevalentemente dei campionati Primavera».

I giocatori adatti

Da questo database però bisogna essere capaci di scegliere i giocatori migliori... «Io direi i più adatti – continua Talluto – non necessariamente i più forti in assoluto. Con Possanzini, di cui Botturi mi parlava ancora quando eravamo alla Pro Sesto, abbiamo avuto per esempio tanti colloqui prima di muoverci sul mercato. E, ruolo per ruolo, ci siamo fatti spiegare nel dettaglio cosa doveva fare ogni giocatore nel suo calcio. A volte un atleta rende tantissimo in un contesto e poco in un altro: non perché sia scarso, soltanto perché non è adatto a quel tipo di gioco. E lo stesso vale più in generale per il calcio e i calciatori da proporre in una piazza o in un’altra. Botturi mi disse di studiare prima di tutto la storia di Mantova e del Mantova, per capire quali scelte sarebbero state più affini al “carattere” della piazza e della tifoseria. Siamo partiti davvero da lontanissimo per allestire questa squadra e una parte importante del lavoro riguarda anche le informazioni sul “privato” dei giocatori, la loro residenza, il loro carattere... Non è un caso, ad esempio, che il Mantova sia nato con quasi tutti elementi del territorio, diciamo racchiusi nell’arco di 50-60 chilometri quadrati. Anche quello contribuisce al senso di appartenenza. Ed è chiaro che avere già tutte queste informazioni, grazie al lavoro svolto nella scorsa stagione, ha agevolato il direttore. Soprattutto nel poter decidere in fretta, com’era necessario in questa circostanza. Botturi è bravissimo e, se percepisce qualcosa che non va a livello umano, un calciatore non lo prende nemmeno se è il più forte di tutti. Perché poi è il gruppo che vince».

I giovani

Talluto non rivela neanche sotto tortura quale dei giovani scoperti gli ha dato più soddisfazioni - anche se l’aver pescato Fiori nel Vastogirardi resta una chicca assoluta - ed è contento di tutti loro. «Parlare dei singoli non mi piace, sono davvero soddisfatto di tutti i ragazzi che sono arrivati a Mantova. Hanno reso addirittura più di quanto potessi pensare e questo è ovviamente merito anche del fenomeno che abbiamo in panchina. Devo dire che l’indicazione societaria di fare minutaggio era chiara fin dall’inizio e ci siamo divertiti nel trovare i profili più adatti al calcio che volevamo proporre. Si dice sempre che si è fatto un bel mix di giovani ed esperti ma in questo caso è la sacrosanta verità. E l’aver vinto il campionato valorizzando i giovani è un merito in più, oltre che un patrimonio della società».

Pronti per la serie B

Ora è già tempo di guardare avanti e di lavorare per la prossima stagione, cosa che ovviamente Talluto ha iniziato a fare fin da settembre, osservando tantissimi calciatori. «Come affronteremo la B? Intanto abbiamo un’idea di gioco precisa e questo è un punto a nostro favore. Per lo scouting, poi, ci stiamo strutturando con altri collaboratori già individuati sul territorio italiano. In futuro chissà, ce ne saranno anche all’estero, ma bisogna crescere per gradi. Di certo chiederemo di aprire Wyscout su molti altri Paesi, perché per ora abbiamo tutti i dati italiani e soltanto quelli di qualche altra nazione. Anche il responsabile del settore giovanile, Fioretto, sta strutturando l’area scouting e questa è un’altra dimostrazione della crescita costante alla quale punta il Mantova. Io ci credo molto – conclude il dirigente – faccio questo lavoro per vocazione non per arrivare da altre parti. A 26 anni l’ex Mantova Bronzetti mi disse che mi vedeva dirigente: ho fatto esperienze come agente Fifa e direttore sportivo ma poi ho capito che l’unica cosa che mi rendeva felice era scovare talenti». E gli riesce decisamente bene.

Massimo Biribanti

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