La Casteldariese 1984-85, il ricordo del prof Baraldi: «Grande team con Brogiato»

di Matteo Sbarbada
Nel duello per andare in Promozione i bianconeri di Mantovani superarono il Villimpenta di Turella e Luppi

CASTEL D'ARIO.  Un duello tra vicini, divisi da una rivalità storica, non può mai essere banale. E il sapore del trionfo, per chi la spunta, è più intenso. La Prima 1984-85 vive sul testa a testa tra Bellini Casteldariese e Villimpenta. Non solo disfida culinaria, ma lotta serrata sul rettangolo verde per il salto in Promozione. A spuntarla, di 3 punti , la Casteldariese di Marco Brogiato. Ad affiancarlo uno dei prof più affermati del calcio dilettanti, Alberto Baraldi. «Ricordo un ottimo girone d'andata - spiega Baraldi - Poi il torneo si fermò per un lungo stop invernale e rallentammo. Fondamentale fu il ruolino di marcia delle ultime giornate, ma il successo arrivò in volata. La storica rivalità con il Villimpenta si faceva sentire. All'andata vincemmo nettamente, al ritorno subimmo la più classica delle "palpàde", perdendo 4-0". Impossibile citare tutti i ragazzi di quella rosa. Dall'imponente portiere emiliano Mucchi a Gollini, terzino di spinta alto e veloce, dalla bandiera Peloso a bomber Siliprandi. E poi Tabarelli, Cavallaro, Berardo, Coaro, Dal Pra, Zigiotto.

«C'erano elementi del paese e una bella colonia di veronesi.Ogni squadra aveva elementi molto forti: Turella e Luppi a Villimpenta, Arduini e Sforza a Governolo, Campi e Compagnoni a Sustinente, Bottardi a Guidizzolo, Smania e Marco Sguaitzer a Rodigo». Per Baraldi si trattava della seconda avventura a Castel d'Ario. «Mi chiamò Brogiato. Era il Castel d'Ario di Cencio Mantovani, che poi portò la squadra a Suzzara. All'epoca la figura del preparatore atletico nel mondo dei dilettanti era pioneristica. Io e Bruno Gabrielli fummo tra i primi. La scuola mantovana è tra le più importanti. Penso a Virgili, Perondi, Osti, Faedo. All'epoca, però, molti allenatori vedevano la figura del preparatore con un po' di scetticismo. I tecnici volevano responsabilità e controllo totale. Quando ci hanno visto arrivare dall'Isef e dall'atletica, con la volontà di far correre tutti, maturarono qualche dubbio. Non è mai facile imporre nuovi modi di allenare nel calcio».

Due le persone che Baraldi ricorda con maggiore affetto. «Marco Brogiato fu il primo a volermi, gli devo davvero tanto. Un altro è senza dubbio Franco Panizza. Mi affidò la preparazione del Mantova nel 1994-95, l'anno della ripartenza dopo l'era Grigolo, quando vincemmo l'Eccellenza. Non era una scelta facile. Anche a lui sarò sempre riconoscente. La mia fortuna è stata di far parte degli staff delle più importanti squadre della provincia. La Poggese della grande scalata, la Castellana, il Volta, il Suzzara". Una vita da preparatore. E come giocatore? «Un solo anno, a San Benedetto, nei primi anni Settanta. Giocai tre o quattro partite. La prima trasferta a Roccamalatina. Subito espulso».
 

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