Complessità urbana e valore del progetto: il futuro che riparte da Mantova

L’area di San Nicolò che diventerà Mantova hub vista dall’alto. A sinistra i resti dell’ex ceramica, a destra e sullo sfondo il lago
L’area di San Nicolò che diventerà Mantova hub vista dall’alto. A sinistra i resti dell’ex ceramica, a destra e sullo sfondo il lago
L’area di San Nicolò che diventerà Mantova hub vista dall’alto. A sinistra i resti dell’ex ceramica, a destra e sullo sfondo il lago
L’area di San Nicolò che diventerà Mantova hub vista dall’alto. A sinistra i resti dell’ex ceramica, a destra e sullo sfondo il lago

Restauro, urbanistica, poli di produzione, logistica, città sostenibili, social housing, sostenibilità ambientale, insediamenti produttivi, studi di fattibilità, progettazione-programmazione, infrastrutture sportive: sono tutti ambiti nei quali si è fatto molto più forte l’intreccio tra l’architettura e l’economia in senso stretto. Perché gli investimenti sugli spazi pubblici (e non solo) vengono percepiti come strumenti in grado di incidere sulla vita economica di una comunità. In pratica: l’economia di una città ha bisogno di più architettura per funzionare bene e rispondere alle esigenze di prossimità. Per questo la Gazzetta di Mantova apre un dibattito e ha chiesto agli esperti della facoltà di Architettura del Politecnico di Mantova di affrontare gli aspetti più qualificanti in questa visione prospettiva.

Il contributo del Politecnico-polo di Mantova in questo si rivela un punto importante per alimentare il confronto sul futuro del territorio mantovano, un valore aggiunto nell’agorà di visioni e pensiero che può alimentare la programmazione della città per le sfide dei prossimi anni.


In questi ultimi anni abbiamo assistito, e per certi versi siamo stati indotti dall’evento pandemico a produrre, una significativa operazione di ripensamento intorno al tema del nostro vivere la città e, più in generale, del ruolo dei suoi differenti elementi costitutivi, dagli spazi pubblici ai servizi, dalle funzioni commerciali ai luoghi del nostro vivere quotidiano.

Un ripensamento che ha permesso di cogliere, anche se forse non sempre con la necessaria lucidità, l’intensità e la natura di un insieme di cambiamenti che stanno generando profonde mutazioni in una città che terminata la propria fase di espansione, fatica ad esprimere una prospettiva d’insieme capace di indicare visioni di futuro ed al contempo in difficoltà nel coinvolgere i propri cittadini e i tanti abitanti che, per molti e differenti motivi, non si sentono più tali.

Gli spazi e la città

Forti delle riflessioni offerte dal passato, possiamo immaginare oggi le due componenti sociali, cittadini ed abitanti, accomunati da una condivisione fisica degli spazi ma portatori di sensibilità e tensioni differenti in relazione ai luoghi che vivono, frequentano, attraversano. Abitanti e cittadini, spazi e luoghi, nel sovrapporsi quotidiano di pratiche e frequentazioni articolano una pluralità di relazioni che interessano in modo differente i diversi ambiti urbani.

In questo quadro emerge come elemento di consapevolezza l’esigenza di provare a riflettere intorno a questi temi, senza avere la pretesa di fornire soluzioni ma cercando di costruire un insieme di interpretazioni, originali e documentate, tese a comprendere i valori ed i temi espressi dalla contemporaneità e orientate al leggere e comprendere le nuove, più complesse e articolate domande alle quali la città deve oggi rispondere.

Ed è a partire da queste premesse che possiamo immaginare il contributo dell’architettura come orientato a promuovere interventi di rigenerazione che debbono porsi in sinergia con un contesto di riferimento radicalmente mutato, più fragile e vulnerabile in conseguenza dei cambiamenti dei contesti urbani.

Economia e relazioni

L’interazione tra i progetti di rigenerazione urbana e l’economia della città diviene un importante campo di indagine da percorrere attraverso una visione capace di rendere ogni nuova esperienza realizzativa funzionale all’interpretare e al valorizzare la fitta trama delle relazioni che oggi la città esprime.

Le esplorazioni svolte nell’ambito delle attività di ricerca svolte in seno al nostro Laboratorio di Ricerca segnalano tre campi di riflessione riconoscibili una possibile trama di lavoro per la comprensione del significato che deve assumere oggi il progetto urbano per poter incidere nei processi di trasformazione della città.

Gli investimenti

Il primo tema è relativo alla crescente consapevolezza che gli investimenti per la realizzazione e la manutenzione degli spazi pubblici hanno progressivamente assunto una dimensione economica sempre più rilevante per le comunità. Questo significa che per il cittadino-contribuente diventa sempre più importante poter cogliere nella produzione e gestione degli spazi pubblici una dimensione di utilità sociale che motivi il rilevante investimento di spesa pubblica. Diviene quindi importante per il progetto controllare i costi complessivi di investimento per garantire la fase di progettazione, quella di realizzazione e da ultimo quella di gestione.

E non è un caso che il tema della gestione del progetto stia diventando un elemento sempre più importante nella definizione dei percorsi progettuali intrapresi. L’obiettivo del progetto diviene pertanto rintracciare e attivare le molteplici capacità della comunità per gestire al meglio gli spazi pubblici ed al contempo attivare modalità d’uso consapevoli e sostenibili, capaci di dare un senso identitario agli spazi rigenerati.

I bisogni della comunità

Il secondo tema riguarda il ruolo del progetto in rapporto alle attività economiche (imprenditoriali e sociali) e si traduce nella comprensione delle modalità attraverso cui le interazioni tra persone, elementi di conoscenza ed informazioni rendono possibile l’organizzazione della domanda e dell’offerta di servizi sul territorio per rispondere ai fabbisogni delle comunità. Significa quindi utilizzare il progetto di trasformazione urbana per accrescere l’attrattività e della vivibilità complessiva della città, lavorando al riconoscimento delle gerarchie preesistenti ed evitando una contrapposizione, sostanzialmente priva di significato, tra aree a forte intensità d’uso e di valore ed altre aree, caratterizzate da una forte omogeneità funzionale, spesso densamente abitate ma prive di vitalità.

Occorre lavorare alla promozione di una “economia di prossimità”, capace di connettere le tante e differenti catene del valore di “corto raggio”.

I settori dell’economia urbana

Si propone poi come tema di riflessione il ripensamento della ruolo di alcuni dei settori trainanti per l’economia urbana, come il commercio e il cosiddetto “terziario urbano”, da riconsiderare alla luce di un’idea di sviluppo più integrato. Un tema che si confronta oggi con le ineludibili dinamiche di concentrazione e di specializzazione dei servizi e si sovrappone ai mutamenti strutturali nelle modalità di organizzazione del lavoro e fruizione che hanno subito una forte accelerazione anche in virtù degli effetti generati dall’esperienza pandemica. Questioni che portano ad orientare il progetto alla riconnessione delle reti dei luoghi del lavoro, dell’abitare e dei servizi alla persona, individuando nuovi modelli di organizzazione e uso dello spazio che permettano di praticare stili di vita più sostenibili e socialmente inclusivi.

La ricerca di nuove strategie di intervento

Appare del tutto evidente come, di fronte all’emergere di una rinnovata attenzione alla valorizzazione di elementi che rappresentano l’esito di trasformazioni avvenute nel passato, la necessità di ricercare nuove strategie di intervento per intervenire nei tessuti della città esistente appare una esigenza irrinunciabile. Questo comporta le necessità di predisporre strumenti urbanistici che dovranno riferirsi alle attese degli abitanti, riconoscere le diversità culturali delle comunità e valorizzare le complessità relazionali presenti nella città.

*Docente di urbanistica e coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Architectural Design and History del Polo di Mantova.

Carlo Peraboni*

Suggerimenti