La rassegna

“MantovArchitettura” al via: Zermani apre l’undicesima edizione

di Paola Cortese
Il docente: «Il dibattito tra il nuovo e l’antico deve essere paradigma dell’Italia per l’Europa»

“Tra rinnovamento e consapevolezza” sono i dogmi della nobile arte dell’architettura, secondo Paolo Zermani che ieri pomeriggio, nella sala dei Cavalli di Palazzo Te, ha aperto con la sua lecture l’undicesima edizione di Mantovarchitettura.

L’inaugurazione

Una “festa” con maestri internazionali che si genera nel campus universitario come ha detto in apertura il pro rettore del Politecnico di Milano-Polo territoriale di Mantova Davide Del Curto ricordando il suo predecessore e ideatore del festival Federico Bucci. Per un mese, fino al 7 giugno, l’evento internazionale dedicato alle tematiche dell’architettura, dell’urbanistica e del paesaggio, proporrà sessanta appuntamenti gratuiti e aperti a tutti tra lectures, mostre, talks e convegni a cura del Politecnico di Milano-Polo Territoriale di Mantova con il supporto delle istituzioni locali, i Comuni Unesco di Mantova e Sabbioneta e la Provincia.

«Il rispetto della storia dei luoghi e l’innovazione, la creatività unita alla competenza sono i valori del lavoro di squadra che porta da tanti anni alla realizzazione di questo appuntamento – ha detto Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano – in una città dove contenuto e contenitori si rincorrono, dove studenti e docenti lavorano fianco a fianco».

Si sono poi susseguiti i contributi del sindaco di Mantova Mattia Palazzi che ha sottolineato la vocazione internazionale della città, e del vice rettore del Politecnico di Milano Emilio Faroldi, curatore di questa edizione di Mantovarchitettura dedicata al tema “Arte del fare. Storia, memoria e contemporaneità”.

È poi stato il momento della lecture di Paolo Zermani.

«Il senso di MantovArchitettura è di collegare una città come questa che ha un ruolo di diritto nella storia dell’arte con il dibattito culturale contemporaneo – ha detto -. Si avvicinano i temi del nuovo con l’antico, un’operazione necessaria in tutto il nostro Paese. Sono legato da amicizia a Mantova, ho lavorato in Sant’Andrea. Il dibattito tra il nuovo e l’antico deve essere paradigma dell’Italia per l’Europa».

Dopo la cerimonia inaugurale, gremita di pubblico e anche di studenti attivi come volontari, è stata poi inaugurata al Tempio di San Sebastiano la mostra “Paolo Zermani. Il Nuovo nell’Antico” che consente di ammirare tre significativi progetti di uno dei più intensi architetti della scena internazionale, la cui opera si confronta con la contemporaneità mentre trova le sue radici nella profondità della storia.

La mostra

Il lavoro di Paolo Zermani è messo in mostra attraverso materiali che ne spiegano l’ideazione, consistenti in raffinati modelli lignei e nelle immancabili prospettive rosse. Ogni opera esposta è testimoniata dalle fotografie d’autore di Mauro Davoli e Stephane Giraudeau che ne ritraggono la realizzazione.

Tra i progetti presentati in mostra c'è quello relativo alla “Riforma architettonica e liturgica della Basilica di Sant’ Andrea”, realizzato nel 2015, e poi la “Ricostruzione e restauro del castello di Novara” del 2016, e la “Nuova uscita del Museo delle cappelle Medicee di Firenze” dello scorso anno.

Paolo Zermani è attualmente professore ordinario di Composizione architettonica alla Facoltà di architettura di Firenze.

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