È uscito da pochi giorni per Mondadori e già sta facendo discutere, a partire dal titolo “La cucina italiana non esiste”. Quasi trecento pagine dedicate alle bugie e ai falsi miti sui prodotti e i piatti cosiddetti tipici del nostro Paese.
Ne parla la stampa nazionale e pure quella estera, dal francese Le Point all’inglese The Times. Col loro nuovo libro, Alberto Grandi e Daniele Soffiati, autori e voci del podcast DOI – Denominazione di Origine Inventata, smontano una volta di più le tante narrazioni, spesso mitiche ed idilliache, che circondano la nostra cucina.
Il pomodoro
Prendiamo il pomodoro: ci sentiamo raccontare spesso che la salsa di pomodoro è alla base della nostra alimentazione da centinaia di anni, ma può essere davvero così?
In realtà, spiegano Grandi e Soffiati, i primi a dar seguito all’industrializzazione della passata furono gli americani, dalla seconda metà dell’Ottocento, mentre nell’Italia poverissima di allora non esisteva ancora - di fatto – possibilità di conservazione ermetica dei cibi.
Da noi il pomodoro poteva essere consumato solo nelle poche settimane di maturazione. Fu negli Usa che i nostri immigrati scoprirono la possibilità utilizzare massicciamente la salsa in scatola su pizza e pasta, iniziando a creare – con la ricchezza di prodotti che trovarono al di là dell’Atlantico – la cucina che conosciamo.
Il dopoguerra
E ancora, spostandoci al dopoguerra: come vivevano gli italiani a inizio anni ‘50? Basti un dato: solo il 7% delle case aveva energia elettrica, acqua potabile e servizi igienici. E allora, sarà il boom economico a imprimere un grande scatto anche alla cucina.
Ma le origini centenarie o addirittura millenarie dei nostri piatti? «Si tratta nella maggior parte dei casi di invenzioni recenti», spiega Grandi, professore di storia del cibo all’università di Parma. «La Storia è diventata l’ingrediente da aggiungere ai nostri prodotti, per renderli più attrattivi. Le narrazioni sui formaggi amati da Carlo Magno, o le presunte specialità fatte conoscere ai francesi da Caterina de’ Medici, sono prive di fondamento».
Contro il gastronazionalismo
«Nel libro – aggiunge Soffiati – spieghiamo come la nostra cucina sia in realtà frutto di contaminazione e in continua evoluzione, alla faccia del gastronazionalismo di chi pensa che le ricette italiane siano scolpite nella pietra e impermeabili alle usanze gastronomiche del resto del mondo».
Smontando certezze su pizza, pasta, dieta mediterranea, denominazioni e caffè, alla fine “La cucina italiana non esiste” si svela per quello che davvero è: un libro che parte dalla cucina per ricordarci come eravamo e per dirci come siamo e come saremo.
Presentazione mantovana al Libraccio di via Verdi sabato 27 aprile, alle 18.